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  • 20 novembre 2018
  • Casale Monferrato

I tesori raccolti dal Conte nei suoi viaggi saranno finalmente fruibili

Le meraviglie del Vidua in mostra

Il 15 dicembre l’inaugurazione del nuovo allestimento

Le meraviglie raccolte nella sua pur breve vita dal conte Carlo Vidua - oggetti preziosi, testimonianza di culture e civiltà lontane di quel remoto universo ottocentesco in cui spostarsi era davvero avventuroso, faticoso e complicato - potranno finalmente uscire dai magazzini del Museo, della biblioteca e dell’Archivio Storico dove sono state conservate con cura per lungo tempo. Diventeranno infatti presto il filo d’Arianna che consentirà di ripercorre la sua avventurosa esistenza di viaggiatore colto e curioso.

E ciò accadrà grazie - prima di tutto - al grande fascino che la figura di Carlo Vidua esercita su chiunque gli si “avvicini”, fascino che ha attraversato intatto il tempo. E poi - più concretamente - grazie agli sforzi, allo studio e alle capacità organizzative di un gruppo di persone; perché si sa, è sempre la passione di poche persone a fare la differenza. Sforzi che porteranno finalmente all’allestimento di una bella mostra che sarà inaugurata il prossimo 15 dicembre nei locali sottostanti il Museo dove anni fa era stata allestita la mostra sui Longobardi.

La mostra - che è frutto di un lungo lavoro di equipe che ha messo insieme gli sforzi della amministrazione comunale e quelli di studiosi e funzionari del Comune - nei giorni scorsi, a un mese esatto dalla inaugurazione, è stata aperta alla stampa a lavori ancora “in corso”.

Presente alla inaugurazione l’assessore alla Cultura Daria Carmi, anche lei stregata dal fascino del Conte e che ha presentato Vidua come un «modello» alternativo alle «icone pop» e ha espresso l’auspicio che lo spirito avventuroso e curioso di questo grande uomo possa contagiare i giovani, che saranno coinvolti con un progetto didattico ad hoc. 

La mostra non sarà una temporanea, del resto, ma si stima che - senza essere un allestimento permanente - resterà allestita abbastanza a lungo (dai 5 ai 7 anni) per consentire una fruizione completa e approfondita.

Accanto a lei la curatrice del museo Alessandra Montanera che ha raccontato della fascinazione immediata avvenuta già dal primo “incontro” con Vidua e gli importanti contatti e collaborazioni con vari enti, primo fra tutti il Museo Egizio di Torino, che hanno aiutato concretamente la valorizzazione del patrimonio del Vidua.

Elena Varvelli, del Museo Civico ha spiegato che il lavoro vero e proprio per realizzare il sogno, molto più antico, di redere fruibile questo prezioso materiale è iniziato a ottobre 2017.

Il primo step è stato una schedatura fotografica completa del materiale, che ha anche consentito di valutare gli oggetti e di scegliere i pezzi più significativi, ma anche di realizzare quell’archivio fotografico che costituirà un importante aspetto della mostra e che sarà utilissimo per gli studiosi che vorranno dedicare i loro sforzi alla conoscenza e all’approfondimento della figura di Vidua.

E poi Roberto Coaloa che ha dedicato oltre un ventennio - ha raccontato - allo studio di questo straordinario personaggio, e che sta combattendo una sua personale “battaglia” contro gli stereotipi culturali che nel tempo si sono stratificati a proposito del Conte di Conzano (in realtà nato a Casale), che - esagerando giusto un po’ - lo vedono quasi come un nobile viziatello che per ingannare il tempo se la spassava in giro per il mondo e - avendo un po’ di soldini - comperava oggetti sfiziosi.

In verità - ha sottolineato - Coaloa, Vidua era un vero cosmopolita, un «cittadino del mondo» e il suo collezionismo non era una’appropriazione borghese dell’oggetto curioso o prezioso da esibire in società per strappare qualche qualche “Ooohhh” alle dame nei salotti; era invece un vero e proprio lavoro di ricerca, e la raccolta di documenti e testimonianze di civiltà remote.

Senza contare poi il suo spirito prerisorgimentale che lo portava a vedere in Torino la capitale di una Italia unita, e - attraverso il prestigio culturale che avrebbe potuto acquisire grazie a una grandiosa raccolta di reperti egizi - anche un riferimento europeo e internazionale. 

Reperti che furono collezionati da Vidua durante tre lunghi viaggi: 1818- 1821 - Francia, Europa del Nord (Irlanda, Inghilterra, Scozia, Olanda, Belgio, Danimarca, Svezia, Lapponia, Finlandia), Russia (Mosca, San Pietroburgo), Medio Oriente (Caucaso, Crimea, Mar Nero, Costantinopoli, Smirne), Grecia, Egitto, Palestina, Siria, Libano, Cipro, Rodi e poi ancora Atene, dove si imbarca per Marsiglia; 1825-1827 - Stati Uniti, Canada, Messico; 1827-1830 - India, Cina, Filippine, Indonesia, Nuova Guinea.

Primo europeo ha detto Coaloa, a esplorare la Nuova Guinea.

 

L’appello agli studiosi locali

Poi l’appello di Coaloa agli studiosi locali (di cui ha fatto anche alcuni nomi) che in passato hanno portato a casa - come si usava un tempo - oggetti parte della collezione Vidua per studiarli e che non li hanno (per ora) restituiti: «Ci  auguriamo che questa mostra - ha detto - sia l’occasione per mettere quei beni, come le mappe dell’Himalaya acquistate da Vidua nel suo viaggio negli anni Venti dell’Ottocento, a disposizione della collettività».

Insomma, il count down per questa mostra - che ci si augura possa essere l’inizio di un lavoro culturale collettivo - è scattato. 


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