Le "tre giornate" del Beato Novarese - Un museo alla Serniola
di Alessandro Anselmo
È stata una sorpresa per tutti. Non si era mai visto uno spettacolo di fuochi d'artificio levarsi in cielo dalla cascina Serniola, la casa natale del beato Luigi Novarese, sulla collina di santAnna. Eppure nella sera di domenica 1 giugno, le centinaia di giovani giunti a Casale dalle diocesi del Centro-Nord Italia per celebrare il centenario della nascita del sacerdote, sono stati testimoni di un evento straordinario.
Autore della sorpresa don Alberto Carlevato, parroco di Tonengo di Mazzé e Villareggia (provincia di Torino), direttore del coro che nei giorni della beatificazione di Novarese aveva eseguito, fra gli applausi, il nuovo inno “Croce che salva” nella Basilica di San Pietro in Vaticano.
“Era il minimo che potessi fare per onorare la memoria di Monsignore - dice don Alberto - certo, i miei fuochi non sono stati spettacolari come quelli organizzati dal Comune la sera precedente al castello, ma con l'amico Mario Gianetto, abbiamo fatto il possibile. Venti minuti di spettacolo pirotecnico accolto da grandi applausi”.
Per tre giorni Casale Monferrato è stata teatro di un nutrito programma di iniziative dedicate al sacerdote fondatore del Centro Volontari della Sofferenza. Per l'occasione è stata trasferita da Roma a Casale la Croce della Giornata Mondiale della Gioventù, che ha accompagnato (con la reliquia del beato) i momenti salienti delle celebrazioni.
Sabato si è tenuta la processione-fiaccolata che, partita dalla Cascina Serniola (dove Novarese era nato il 29 luglio 1914) si è conclusa nella chiesa di San Domenico.
Domenica 1 giugno il vescovo della diocesi di Casale Alceste Catella ha presieduto la messa solenne in Duomo, gremito.
Lunedì 2 giugno il moderatore generale dei Silenziosi Operai della Croce, don Janusz Malski, ha officiato il rito eucaristico nella basilica del Sacro Cuore di Gesù al Valentino. E' stata preceduta da un'ora di catechesi tenuta dal postulatore don Armando Aufiero.
Presenti alle celebrazioni, i famigliari del beato, Giancarlo e Mariella Cerutti e l'ultimo nipote del beato Novarese, l'ingegner Umberto Balbo, residente a Bergamo, figlio di Maria Novarese, sorella più grande di don Luigi.
“Ricordo che mia mamma quando mi portava alla Serniola a raccogliere i fiori, mi raccontava che da piccola aiutava Teresa, sua madre, a medicare il fratellino Luigi colpito dalla tubercolosi ossea - dice Balbo in esclusiva per Il Monferrato -. Ricordo anche che mia mamma aiutava sorella Elvira Psorulla (cofondatrice con Luigi Novarese del Centro Volontari della Sofferenza ndr.) nella ristrutturazione della cascina. E non è che andassero molto d’accordo. Sono stato testimone di alcuni battibecchi fra loro due sui lavori: mia mamma voleva che la cascina restasse fedele il più possibile al modello originale".
L'ultima parola delle tre giornate casalesi dedicate a Novarese è toccata al sindaco Giorgio Demezzi, presente a tutte le celebrazioni: “Il beato ci ha dato una testimonianza eccezionale con la sua vita e il suo impegno per i malati. Rinnoviamo la nostra volontà di dedicargli una via per onorarne sempre meglio la memoria”.
La celebrazione è stata anche l'occasione per riallestire un piccolo, ma importante (esempio: una lettera autografa di don Bosco) museo al primo piano della Serniola.
FOTO (dalla gallery) don Armando Aufiero e don Janusz Malski con il reliquiario del Beato Novarese e in copertina un angolo del Museo alla Serniola (f. Angelino). Le foto della gallery sono di Giachino e Furlan.