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Sabato 23 settembre

Intitolato il parcheggio al campione Eraldo Monzeglio

Anche Roberto Bettega presente al taglio del nastro

L'inaugurazione di sabato mattina a Vignale Monferrato

La letteratura calcistica lo ha ribattezzato “terzino gentiluomo” ma il meteo non è stato altrettanto “cordiale” nei suoi confronti. Ha richiesto l’ombrello sabato mattina la cerimonia di intitolazione del parcheggio di Via Circonvallazione, aperto alla sosta dei veicoli dieci anni fa, a Eraldo Monzeglio, laureatosi due volte Campione del Mondo nel 1934 e nel 1938. Si tratta del secondo intervento di implementazione della toponomastica locale che coinvolge vie e aree del concentrico ancora prive di una specificità rintracciabile sulle mappe. Due mesi fa era stato, infatti, il Sergente Maggiore Pilota Angelo Birago, asso dei cieli del secondo conflitto mondiale e quindi membro della Pattuglia Acrobatica Nazionale "Getti Tonanti", a “colmare il vuoto” geografico del vicino tratto di strada che collega Piazza Mezzadra, dal lato delle Poste, a Via Circonvallazione.

Eraldo Monzeglio nacque a Vignale il 15 giugno 1906 ed esordì in Serie A nel Casale a diciassette anni, meritando e perfezionando il ruolo di terzino. A vent’anni indossò la maglia del Bologna, con la quale sollevò al cielo, in nove stagioni, uno scudetto e due Coppe dell’Europa Centrale. Nel 1930 gli si spalancarono le porte della Nazionale. S«i dice che con la maglia numero 3 – ha precisato il Sindaco Tina Corona – Eraldo rappresentasse una sicurezza assoluta, non solo e non tanto per le risorse tecniche e le qualità atletiche, quanto per l’inossidabile tempra morale e il senso di dovere dello sport».

Nel 1934 la vittoria al Mondiale giocato in casa arrise la Nazionale del CT Vittorio Pozzo ed Eraldo Monzeglio figurava nella rosa che sconfisse il 10 giugno a Roma la Cecoslovacchia. L’anno seguente il “terzino gentiluomo” venuto dal Monferrato, fiero di 21 partite disputate con la maglia azzurra, si trasferì alla Roma, dove avrebbe militato fino al 1939, anno del suo addio al pallone in veste di giocatore. Il 1938, in terra francese, l’Italia si intestò il secondo titolo mondiale consecutivo. Monzeglio, pur disputando solo la partita d’esordio contro la Norvegia, entrò nella “hall of fame” dei pluricampioni: in sua compagnia, i nomi altisonanti di Giovanni Ferrari, Giuseppe Meazza e Guido Masetti. 

Appese le scarpette al chiodo, l’iridato vignalese rimase all’ombra del Cupolone e non prolungò a lungo la fine del “suo” primo tempo. Nella stagione 1941-1942 i Giallorossi lo vollero direttore tecnico: una scommessa vincente, dato che collezionarono il loro primo scudetto. Infuriava, tuttavia, la seconda guerra mondiale: i patri doveri decretarono un momentaneo allontanamento dagli stadi e la partenza come volontario per il fronte russo. Ridiscese in campo nel dopoguerra in veste di allenatore di Como, Pro Sesto, Napoli – si fermò nella città partenopea dal 1950 al 1956, Sampdoria, ancora Napoli, Juventus, Lecco e Chiasso. 

Eraldo Monzeglio si spense a Torino il 3 novembre 1981, all’età di 75 anni. È sepolto nel cimitero di Casale, accanto alla tomba di un altro grande conterraneo Campione suo collega in Nazionale ai Mondiali 1934, Umberto Caligaris.

Non possiamo che essere profondamente grati ed orgogliosi nel riconoscerci in un territorio che ha dato i natali ad un uomo di tale valore – ha concluso il Sindaco Corona – Ispirati dall’esempio di condotta professionale e morale che Eraldo Monzeglio ha portato nella Nazionale e nel Mondo.

Alla cerimonia hanno preso parte, fra le autorità e le “celebrità”, gli eredi della famiglia Monzeglio, il Presidente del Panathlon Club di Alessandria Pier Luigi “Peo” Luparia e Roberto Bettega, leggenda vivente della Juventus. «Giocavo nelle giovanili quando Eraldo Monzeglio allenava i bianconeri ha ricordato l’ex attaccante e dirigente, detentore del record del maggior numero di titoli conquistati sul campo e dalla panchina – È altamente probabile che abbia raccolto palloni proprio per il terzino gentiluomo!»


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Salvina De Grandi

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