Quando il Vinitaly parla monferrino. I riferimenti al territorio sulle più importanti testate giornalistiche
di Carlo Beltrame
La grande stampa ha trattato l’evento di Vinitaly 2013, con supplementi speciali molto ampi e dettagliati. Ne sfogliamo solo alcuni per cogliere interessanti riferimenti vitivinicoli al Monferrato Casalese.
Cominciamo dalle pagine di “Società Vinitaly 2103” de “L’Espresso” con il primo capitolo intitolato “Vince il vino local”. Si parte da Enosis Meraviglia di Fubine, felice invenzione (radici spiccatamente monferrine, oggi con grande respiro internazionale) di Donato Lanati (nella foto), autentico testimonial della nostra terra, che in un lungo paragrafo della rassegna ci dice: «Globalizzati sì, ma non omologati». E si spiega così: «Oggi i consumatori cercano bottiglie di qualità, ma di fascia di prezzo un po’ più bassa. Ma soprattutto vogliono sapere da dove viene il vino, se è stato prodotto in maniera naturale, se rispetta l’ambiente. Il vino porta sulla tavola la storia, la tradizione, gli uomini di un territorio. Chi lo beve deve aver la sensazione di viaggiare, provare emozioni, Oggi bisogna fare un vino autentico, che rispecchi ,le caratteristiche, la geologia e il clima del territorio. Territorio che è la grande forza dell’Italia con oltre 2.000 varietà. Sono contrario ai blend, alle mescolanze. Il futuro è il vino monovarietale da vitigni autoctoni, che permettono di cogliere i dettagli che fanno l’eccellenza, nel rispetto del terroir. Il mercato è globale, meglio che sia così, ma sono contrario all’omologazione».
Nel settimanale in esame, c’è anche un capitolo intitolato “Terroir all’italiana. Vitigni autoctoni e tirature limitate. Dopo l’era pionieristica, ora questi vini sono diventati oggetti di culto”.
Ci vengono presentati dieci esempi. Il primo è il Grignolino del Monferrato Casalese “Bricco del Bosco Vecchie Vigne 2007” dell’azienda Accornero di Vignale, descritto con questa illustrazione: «Sentore di rosa, di viola, di spezie, palato suadente, freschezza, acidità calibrata: un sorso che dà piacere prolungato».
L’ampio inserto del “Corriere della Sera” (che si apre con questo pensiero di Giacomo Leopardi: «Il vino è il più certo, e - senza paragone - il più efficace consolatore. Dunque il vigore, dunque la natura»), ci offre indicazioni e riferimenti come i seguenti:
- le tipologie di vino più vendute nella grande distribuzione : in testa il Lambrusco e il Chianti, con la Barbera al quarto posto (8 milioni di bottiglie)
- un viaggio a Portacomaro d’Asti (patria del Grignolino) e al Bricco Marmorito con Papa Francesco (da segnalare sul tema, da “Spirito Di Vino”, rivista per meditare centellinando, l’articolo su “Il Grignolino di Papa Francesco”)
- “le magnifiche curve della botte”, che sono poi quelle della famiglia Gamba (220 anni di storia) di Castell’Alfero.
Il “Corriere” parla anche del vino come “forza liquida” e dal titolo di copertina dell’inserto annuncia: «L’Italia si conferma una potenza enologica. Ma deve crederci di più».
Passando allo “speciale Vinitaly” de “La Stampa”, riprendiamo subito quattro titoli:
- gli ambasciatori, ovvero chi apre le porte ai quattro angoli del pianeta
- i produttori, ossia coloro che scommettono sul nostro Paese
- gli intenditori: sociologia dei nuovi Wine Lover
- gli investitori: ecco perché il vigneto è un ottimo affare.
Poi in una pagina centrale, c’è una bella immagine della bottiglia di Ruchè “L’Accento” di Castagnole Monferrato dell’azienda Montalbera di Franco Morando. E non può mancare una pagina sulla Cina: “Un grande futuro per chi saprà parlare al mercato d’Oriente”. Sullo stesso tema si esprime anche un giornale elettronico (la newsletter “Il Mio Vino”), che dedica, più di recente, ampio spazio al “Vino in Cina”, con un progetto di marketing integrato e pure un “manuale per chi vuole esportare vino in Cina”.