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  • 21 luglio 2012
  • Casale Monferrato

Smontano e rubano cinquanta radiatori dalle “Casermette” di Casale

Forse sapevano che l’ex caserma Pietro Mazza rientra in quei beni demaniali che lo Stato ha deciso di mettere in vendita per fare cassa e ridurre le spese e hanno pensato che alleggerendola di qualche vecchio accessorio, la cifra richiesta - 15 milioni e 589mila euro - poteva andare al ribasso e che quindi qualche potenziale acquirente si sarebbe fatto avanti. Inoltre, una volta acquisito l’immobile, il nuovo proprietario non avrebbe neppure dovuto sostenere l’onore di smantellare e smaltire del “ferro vecchio”. Così alcune sere fa Giuseppe Tulipano, 61enne di origini palermitane ma residente a Strambino, in provincia di Torino, in compagnia del rumeno Radu Gabriel Grosu, 26 anni, domiciliato a Torino, a bordo di un vecchio Iveco 35, sono penetrati all’interno dell’ex presidio militare e si sono messi a lavorare alacremente, smontando una cinquantina di termosifoni di ghisa che poi hanno caricato sul cassone del camion. Ma quando, verso mezzanotte di martedì, con il loro carico di radiatori sono usciti dal passo carraio di via Donizetti - lo stesso dal quale erano entrati - ad aspettarli c’erano due auto della Polizia. Ad intercettarli era stata l’auto civetta della squadra informativa del Commissariato - con a bordo alcuni poliziotti in abiti civili, impegnati in un servizio di perlustrazione del territorio - dopo che alla centrale operativa del presidio di piazza Statuto era giunta una telefonata che segnalava strane presenze all’interno dell’ex caserma. Agli agenti in borghese si aggiungevano poco dopo i colleghi della “volante”: insieme bloccavano l’autocarro - di proprietà e condotto dal Tulipano - che stava uscendo a fari spenti dalla “Mazza”. I due non hanno neppure tentato di giustificarsi: pare che si siano limitati a dire che erano al corrente che il presidio era smantellato da tempo, che erano a conoscenza della presenza all’interno di materiale ferroso e di altre strutture in disuso e di aver agito in seguito a necessità economiche, per raggranellare un po’ di soldi. Il camion con il “bottino” è stato sequestrato e Tulipano è stato sanzionato in quanto il veicolo risultava privo di revisione. I due sono stati dichiarati in arresto in flagranza di reato con l’accusa di furto aggravato e, dopo una notte trascorsa nella cella di sicurezza del Commissariato, mercoledì, verso mezzogiorno, sono comparsi davanti al giudice Antonio Marozzo e al p.m. Roberta Brera per l’udienza di convalida. Il giudice ha convalidato l’arresto e disposto per entrambi gli arresti domiciliari. Dopo di che Tulipano e Grosu, assistiti d’ufficio dall’avv. Andrea Brignoglio, hanno patteggiato la pena: 4 mesi di reclusione e 120 euro di multa. Poichè non hanno più diritto alla condizionale - tra l’altro il giovane rumeno risulta avere una precedente condanna a nome di Radu Gabriel Grosso, probabilmente in seguito ad un errore di trascrizione - sconteranno la pena ai domiciliari.

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Roberto De Alessi

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