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  • 24 giugno 2020
  • Casale Monferrato

Dal "Corriere"

Potenziale vinicolo italiano: il Piemonte si colloca sesto

La superficie vitata vede in testa la Spagna con 960mila ettari, segue la Francia

L’annuario vino in cifre 2020 del Corriere Vinicolo  è un grosso documento informativo annuale che compie dieci anni e li festeggia con un’edizione speciale di 72 pagine ricche come sempre di dati e statistiche sul settore,  dal livello mondiale al livello nazionale e nostro regionale. 

Esaminandolo, cominciamo dal mondo, dove la superficie “vitata” vede in testa la Spagna con 960 mila ettari, seguita dalla Francia (747 mila ettari) e dalla Cina (692 mila ettari), con la nostra Italia al quarto posto (dati del 2018) con 657 mila ettari. 

Seguono USA, Argentina, Portogallo, Romania, Cile, Australia…Come produzione di vino (sempre per il 2018), abbiamo al vertice l’Italia (54,7 milioni di ettolitri), davanti a Francia (49,3 milioni di ettolitri) poi Spagna, USA, Argentina, Australia, Cile, Germania, Sudafrica… 

I consumi di vini fermi vedono l’Italia al quarto posto, dopo USA, Cina e Francia.

Sempre nel 2018 abbiamo un commercio mondale di vino di 25.900 milioni di dollari. La Francia è in testa (6.904 milioni) davanti a Italia (4.936 milioni), Spagna, Australia, Cina,USA… Come paesi importatori, abbiamo in testa USA, Cina, Regno Unito, Germania, Canada, Hong Kong, Paesi Bassi, Giappone…

Passiamo direttamente all’Italia e all’inventario del potenziale produttivo, in ettari, delle nostre regioni.

Troviamo in testa queste nostre regioni: Sicilia (97,094 ettari), Veneto (94,291 ettari), Puglia (88.418 ettari), Toscana (60,513 ettari). Il Piemonte è a quota 45.970 ettari, dietro anche all’Emilia Romagna e alla Toscana. Nel 2017 il peso delle principali regioni del potenziale in esame era percentualmente il seguente: Sicilia 15%, Veneto 14%, Puglia 13%, Toscana 9%, Emilia Romagna 8%, Piemonte 7%, Abruzzo 5%, Sardegna 4%, Friuli Venezia Giulia 4%, Campania 4%, Lombardia 4%...

Ora vediamo qualche dato sui consumi. La ripartizione dei consumatori di vino per regioni vede in testa la Lombardia (17% del totale nazionale), il Lazio (10%),il Veneto (9%), con il Piemonte all’8%. Sul totale della popolazione regionale le più elevate quote di consumatori si hanno in Emilia Romagna (67%) e in provincia di Bolzano (63%), come in Friuli Venezia Giulia, mentre in Piemonte siamo fermi al 57%, come in Liguria. Le più elevate quote di consumatori quotidiani (51 per cento) si hanno in Basilicata e in Valle d’Aosta,mentre in Piemonte beve vino tutti i giorni solo il 43 per cento della popolazione, come , ad esempio,in Veneto e in Campania.

Consideriamo ora, oltre ai dati del “Corriere Vinicolo”, alcune annotazioni da altre fonti. 

Secondo il sedicesimo “rapporto sul turismo del vino in Italia” dell’Associazione Nazionale Città del Vino di Siena, il comparto valeva nel 2019 oltre 2,65 miliardi di euro e 15 milioni di enoturisti. Questa fonte sostiene che nel 2020 il settore subirà una forte battuta d’arresto, anche se l’estate con la riscoperta della campagna e dei borghi minori, più congeniali alla nuova vacanza “protetta”, potrebbe risvegliare l’interesse per tantissimi italiani verso una forma di turismo ancora a molti sconosciuta, tra vigne, degustazioni all’aperto e piazze bellissime e non affollate.

Ed eccoci a valutazioni dell’OIV, che è come l’ONU del vino. La chiusura del canale horeca (bar, ristoranti, hotel) potrebbe portare a una riduzione nel mondo del 35% delle vendite e a una perdita di circa il 50% in valore. 

Tra i paesi più colpiti, l’Europa in generale e i paesi del Mediterraneo in particolare. È il quadro a tinte fosche fatto da Pau Roca Blasco, direttore generale dell’Oiv, l’organizzazione vinicola internazionale, alla quale aderiscono 47 Stati Nel complesso, tra le dirette conseguenze dell’emergenza sanitaria, nel settore vino sono in atto a livello mondiale una diminuzione dei consumi, una riduzione dei prezzi medi e quindi una riduzione complessiva del valore totale delle vendite, del fatturato, dei margini e quindi dei profitti delle cantine.


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Veronica Spinoglio

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