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A Valmacca per Salvator Gotta

Ho sempre amato Valmacca fin dagli anni della mia infanzia; fin che fu vivo il mio nonno Salvatore Pavese ch’era medico condotto di Valmacca, trascorsi costì tutte le estati e le impressioni di quegli anni felici mi fu sì profonda che tuttora le ricordo perfettamente”. Così scriveva Salvator Gotta nella commovente lettera di ringraziamento al sindaco di Valmacca, Mario Marchino, che il 18 agosto 1971 gli aveva conferito la cittadinanza onoraria. Questa la motivazione: “Salvator Gotta, scrittore di fama mondiale vissuto per lungo tempo nel nostro Comune, dove tuttora il suo ricordo è tanto vivo, nella sua opera letteraria ha descritto fatti, luoghi, personaggi di Valmacca, contribuendo così ad inserire il nostro paese nei grandiosi fatti storici che hanno caratterizzato il Risorgimento italiano”. E poco dopo, con un po’ di rimpianto, l’ottantaquattrenne scrittore canavesano aggiungeva: “Oh, quella casa del nonno, un poco isolata dal paese, cui si giungeva per una stradina tra due siepi di biancospino! E il forno sul piazzale, il Candlon che lo gestiva, il parroco Don Zavattaro che veniva a giocare a carte col mio nonno, l’Angiolina nostra persona di servizio, la Bigia Pcitta cugina prima di mia madre (la Bigia Granda) e tante tante altre figure scomparse per sempre, ma rimaste vive nella mia memoria. Sono tornato - osservava poi - una sola volta a Valmacca, l’anno scorso, quando stavo scrivendo il libro Addio, vecchio Piemonte dove tanto si parla di Valmacca. Mi accompagnò la mia cara amica contessa Marisa Calvi di Bergolo da Pomaro dove avevo fatto colazione. Mi portò a vedere la casa del nonno. Ma non riconobbi più niente. Ci ricevettero delle monache, quasi indifferenti”. Salvator Gotta (Montalto Dora, 1887 - Rapallo, 1980) fu scrittore molto fecondo di lavori teatrali e commedie, di libri per ragazzi, tra cui molto noto Il piccolo alpino (cfr. il viaggio d’autore a Casorzo del 26 luglio 2002), e di oltre settanta romanzi, tre dei quali raccolti in Ottocento (Unione Tipografica, Milano 1940-42) che ispirò il mitico sceneggiato televisivo in più puntate trasmesso dal Programma Nazionale nel dicembre 1959 per la regia di Anton Giulio Majano e rimasto nella memoria di molti per la superba interpretazione di un eccezionale cast di attori come Sergio Fantoni, Warner Bentivegna, Lea Padovani e una giovanissima Virna Lisi. Poi ripubblicata col titolo La saga dei Vela (Mondadori, Milano 1949), la trilogia si può considerare un romanzo storico-politico, in cui il difficile periodo di preparazione alla guerra franco-piemontese contro l’Austria per liberare il territorio italiano è descritto con l’uso di numerosi documenti raccolti nel testo e con il racconto di Antonietta Giorcelli, nipote del magistrato e uomo politico Paolo Onorato Vigliani di Pomaro, “la più tenera, la più squisita nonna che si possa immaginare”. Rimasta vedova quando il nipotino era ancora piccolo, vissuta fino a ottantasei anni, aveva sposato il dott. Salvatore Pavese, assistente del celebre professore universitario Alessandro Riberi (1794-1861), considerato un luminare della Medicina torinese, che venne assegnato nei primi giorni di maggio del 1859 (la seconda guerra d’indipendenza era iniziata alla fine di aprile) ad una Sezione di Sanità di stanza a Valmacca. Valorizzare il Po Appuntamento sabato, ultimo giorno dell’anno, a Valmacca con il sindaco Paola Robotti (foto). Il Municipio è sulla piazza principale del paese (Bisio). E’ a forma quadrata, era il castello che nel 1925 don Emilio Principe Guasco Gallarati e Marchese di Bisio, donò al Comune, Valmacca fa parte dell’Associazione Terre di Po, comprende tutti i comuni vicini, tranne Ticineto. Gli abitanti sono 1080. All’ingresso lo stemma bandato d’argento e di rosso, che sono i colori della balzana aleramica, alias del Monferrato, (approvato il 5 giugno 1957 dalle competenti autorità). Emerge da una base di pietre del Po. Col sindaco (in fin dei conti insegnante di lettere, poi preside) si parla subito di Salvator Gotta e del del suo libro, testo raro, quasi introvabile, “Luci d’autunno in campagna” che descrive il paese dove il nonno era medico condotto. Paola Robotti ci anticipa il programma delle iniziative raccolto in un giornalino per gli abitanti. Dietro l’angolo un frutteto comunale affidato al volontariato. Parliamo poi degli antichi mestieri numerosi a Valmacca come la costruzione degli zoccoli in legno, e a testimonianza all’ingresso del paese la facciata di una delle fabbriche è stata restaurata da Sergio Bagna, figlio di Luigi celebre scultore-farmacista di Valmacca. Viene riconfermata la stagione teatrale e concertistica. Il Po è un punto di forza di Valmacca e si intende sviluppare questo elemento naturale, in unione con il Parco del Po (è appena stato riconfermato presidente il valmacchese Ettore Broveglio). Da realizzare un punto di osservazione naturalistica, gite sull’acqua, un nuovo attracco, da valorizzare anche Torre d’Isola. C’è da coinvolgere la Pro loco che si chiama “Il villaggio”. Si parla di affidare ai writers la decorazione dei muri. Mille idee. Auguri. -FOTO. Salvator Gotta (a destra) e il sindaco Marchino (f. Luigi Angelino)

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