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Nuova denominazione

Anche il Comune di Grana diventa "Monferrato"

La Regione ha accettato la richiesta ed è stato avviato l'iter burocratico

Una veduta panoramica del paese di Grana

Dopo Casorzo e Calliano, anche Grana vedrà l’aggiunta di Monferrato nel nome. Ne ha dato notizia il sindaco Cristiano Gavazza lo scorso 2 novembre in seguito alla comunicazione che la Settima Commissione Regionale “ha evaso la nostra richiesta per riportare all'origine il nome del nostro amato paese, da Grana a Grana Monferrato. Prossimo passaggio definitivo è l'esame dell'aula. Ringrazio in anticipo Gianluca Gavazza e tutta la Commissione, oltre a Barbara Varvello, Gianfranco Balliano e i nostri uffici per il supporto datomi nel recuperare il materiale necessario affinché la nostra richiesta fosse completa”, spiega il primo cittadino.

“È praticamente impossibile oggi scindere Grana dal termine Monferrato. Sino agli anni Settanta, infatti, come lo testimoniano gli atti del Comune, il nostro paese si è avvalso della denominazione ‘Grana Monferrato’. E’ inoltre addirittura frequente imbattersi sui media, come su opuscoli e volantini turistici della denominazione Grana Monferrato oltreché in numerose cartoline d’epoca”, dice Gianfranco Balliano, presidente di Grana Arte e Tradizione, l’associazione che si prefigge di tutelare, conservare e promuovere la storia e le bellezze del piccolo comune monferrino. “L’origine dell’insediamento abitativo è antichissima e il toponimo Grana viene fatto risalire da alcuni studiosi al latino ‘grana’, granello di biada, mentre altri preferiscono ricondurla al termine pre-latino ‘krana’, ossia fessura, crepaccio, valle profonda e incassata.

Quest’ultima interpretazione, infatti, spiegherebbe l’idronimo Grana, il torrente che scorre nell’omonima valle e che dopo aver attraversato numerosi paesi dell’alessandrino sfocia nel Po, non distante dal confine con la Lombardia”, prosegue Balliano. Documenti attestano lo sviluppo del centro abitato già in epoca romana e all’inizio del X secolo, dell’esistenza del Villaggio di Periano, dove sorgeva la Pieve di Santa Maria in Grana e proprio la presenza della Pieve sottolinea l’importanza della località e del suo castello, oggi non più esistente. “Poco prima dell’anno Mille, epoca in cui Grana godeva di ottima considerazione, l’imperatore Ottone I di Sassonia concesse all’allora parroco di Grana il titolo di Arciprete in virtù dell’ottima accoglienza riservata suoi dignitari diretti a Roma. Fu poi con Aleramo che Grana acquistò fama in tutto il territorio tanto che sul finire del 1200, ad assumere la reggenza dell’abbazia di Grazzano, voluta da Aleramo quale dimora delle sue spoglie, fu chiamato un abate di origini granesi: Padre Benedetto”, spiega Balliano.

Grana fu sin da subito inclusa nei possedimenti aleramici ed ebbe confermati i suoi privilegi e statuti il 13 giugno del 1379 dal Marchese del Monferrato Giovanni III Paleologo. In quell’occasione la comunità ottenne il privilegio dell’inalienabilità e l’esenzione dall’imposta daziaria. “Sono tantissimi infine i documenti che attestano infine, il legame di Grana al Marchesato del Monferrato – conclude Balliano -. Ben radicata, inoltre, nei granesi l’identità monferrina, il senso di appartenenza a un territorio che sentono proprio e li accomuna, tanto che non è raro sentire ancora oggi usare dagli stessi abitanti la locuzione Monferrato unita al nome del paese”.


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Federico Borgogni

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