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L’Onu deve dire che uccide! Le associazioni: l’amianto va dichiarato “sostanza nociva”

L’amianto deve essere incluso nell’elenco delle sostanze nocive della Convenzione di Rotterdam. Lo chiedono a gran voce i rappresentanti delle associazioni delle vittime di tutto il mondo con un testo che vede, all’inizio di una lunga serie di sottoscrizioni, quella di Romana Blasotti Pavesi, icona ormai della lotta alla fibra killer in tutto il mondo. Una richiesta forte della tragica scia di lutti che l’amianto ha causato, delle terribili proiezioni epidemiologiche per i prossimi anni, della sentenza che il febbraio 2012 che ha condannato i massimi dirigenti di Eternit Stephan Schmidheiny e Louis De Cartier a 16 anni di carcere. La questione verrà affrontata proprio in questi giorni a Ginevra, dove ci saranno gli esponenti delle associazioni e una nutrita delegazione dell’AFEVA a rappresentare davanti alle Nazioni Unite per ottenere non già la messa al bando (che sarebbe a dir poco meno doverosa!) ma - perlomeno - l’inclusione nella lista delle sostanze nocive, cosa che farebbe scattare alcune cautele e una più corretta informazione, ponendo fine alla mistificazione dell’amianto lavorato “in sicurezza”, cosa né vera né possibile. La convenzione di Rotterdam La convenzione di Rotterdam disciplina infatti le importazioni e le esportazioni di alcuni prodotti chimici e antiparassitari pericolosi. Il principio fondamentale su cui si basa è quello del previo assenso informato. Ciò significa che l’esportazione di un prodotto chimico contemplato dalla convenzione è subordinata al consenso preliminare dell’importatore. Lo scopo è favorire sui prodotti a rischio decisioni consapevoli, adottate dopo aver preso conoscenza delle proprietà e degli effetti dei prodotti in particolare sulla salute umana e sull’ambiente. Le associazioni che lottano contro l’amianto Accanto all’AFEVA - nella battaglia per questo minimo risultato di civiltà - si schierano infatti l’associazione delle vittime francesi (ANDEVA), del Belgio (ABEVA), del Regno Unito (AVSGF e altre), degli USA (ADAO), del Brasile (ABREA), della Spagna (FEDAVICA), dell’Australia (ADSA), del Canada (CANSAV), della Corea, dell’India (OHSA e altre), del Sud Africa del Peru (APEVA), della Germania, del Canada. Quella multinazionale delle vittime che si è costituita tragicamente sulla scia dei lutti che la speculazione sull’asbesto - ben lungi dall’essere stroncata - ha causato. Malattie che potrebbero essere benissimo scongiurate semplicemente evitando di utilizzare l’amianto. Ma per qualcuno è ancora un affare...

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