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Interventi

Area ex Piemontese a Casale: s’infiamma il dibattito sulla bonifica

La scelta di incontrare i cittadini, più che placare gli animi, ha infiammato ancor di più.

La decisione della Giunta di Casale di intervenire con una bonifica all’Ex Piemontese infiamma sempre più il dibattito politico e, soprattutto, civico. Dopo l’intervento, su “Il Monferrato” di venerdì 6 luglio, di alcuni residenti, a inizio settimana è arrivato l’annuncio da parte della Giunta di un incontro pubblico con la cittadinanza (si terrà giovedì prossimo, 19 luglio, alla parrocchia del Ronzone). La scelta di incontrare i cittadini, più che placare gli animi, ha infiammato ancor di più.

A scendere nuovamente in campo con alcune obiezioni sono sempre alcuni residenti della zona e l’associazione Nuove Frontiere che, insieme, hanno dato inizio alla raccolta firme (in pochi giorni ha raggiunto 70 adesioni). «A cosa server quell’incontro visto che è già stato deciso tutto? – commentano amaramente Pier Augusto Mesturini, portavoce di NF, e Francesca Mazzucco, residente in zona Ex Piemontese – Gli abitanti bisognava consultarli prima di prendere decisioni, non riunirli dopo per comunicare le decisioni prese! Ci pare decisamente un “contentino” ai residenti dopo aver letto le proteste sul giornale». La domanda finora inevasa è: «Quali sono i rischi reali nel lasciare quel terreno così? Quali sono i danni di quel bosco? Per il Parco Eternot si è voluto creare un “tappo” per sigillare la zona: lì il tappo c’è già e ci ha pensato madre natura con un bosco di biodiversità, vegetazione, animali (tassi, volpi…). Perché, ora, si vuole scoperchiare? E gli ambientalisti cosa dicono degli alberi e delle creature che lì ci vivono? Ci pare assurdo che ovunque si tende a coperchiare e qui, invece, si voglia riaprire. Se è così necessario, allora, si riapra anche l’Eternot che è stato, invece, sigillato».

Infine, le reazioni alle dichiarazioni dell’assessore all’Ambiente Cristina Fava che, sempre venerdì scorso, aveva tentato di tranquillizzare i cittadini sulla sicurezza della bonifica: «Come si fa a stabilire se è sicura? – commentano Mesturini e Mazzucco – Dov’è la sicurezza nel momento in cui si scava. Le rassicurazioni dell’assessore Fava ci sembrano assurde: scavi di non “grosso calibro”. Forse la sicurezza si misura in metri di scavo? 1 metro è più sicuro di 2? La verità è che non c’è alcuna sicurezza dal momento che si tratta di un cancerogeno aereo e che non c’è alcuna emergenza su quel terreno. Chiediamo lo stralcio della delibera e il dirottamento di quei quattrini ad altre bonifiche».


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