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Interviene Giorgio Rondano

Il progetto di ampliamento del ponte sul Po: tutti i dubbi sollevati dal sindaco di Camino

«Così non può essere approvato»

«Così come presentato, non può trovare approvazione da parte del Comune». Sintetica, ferma e inequivocabile la conclusione espressa dal sindaco di Camino Giorgio Rondano, in riferimento al progetto definitivo (diverso da quello preliminare), per la realizzazione dell’ampliamento del ponte sul fiume Po, tra i territori di Trino e di Camino (SP 7 - SP 32).

Il progetto definitivo non rispecchierebbe quello preliminare, ovvero quanto indicato nel Protocollo di Intesa siglato 10 anni or sono. Tre i punti “cruciali”, così come definiti da Rondano. Il primo, riguarda la nuova conformazione del ponte su cui sarebbero previste due nuove arcate in sinistra e altrettante in destra, il cui «beneficio idraulico - spiega il primo cittadino - comporta una riduzione del tirante idrico, in caso di massima piena, pari a 30 centimetri, nel settore a monte del ponte, e un aumento massimo del livello a valle del ponte di circa 10/20 centimetri».

Alla luce di tale previsione, l’amministrazione comunale di Camino, con una missiva inviata all’attenzione della Direzione delle Opere Pubbliche e Difesa del Suolo della Regione, del Settore Viabilità della Provincia di Vercelli, dell’Autorità di Bacino del Fiume Po, dell’Aipo, del Dipartimento Ambiente e Territorio e della Direzione Viabilità della Provincia di Alessandria, e del Comune di Trino, ha sollevato dubbi sulla reale utilità dell’opera nel suo insieme.

«Non si riesce ben comprendere quale sia la motivazione e lo scopo finale dell’opera, stante l’assenza, all’apparenza, di un concreto beneficio idraulico» è stato precisato nella missiva. Inoltre, lo stesso Rondano, ha posto all’attenzione ulteriori due criticità. «Nel progetto preliminare era stata garantita la transitabilità provvisoria, durante l’esecuzione dei lavori di ampliamento del ponte. Nell’ultima versione progettuale, invece, non risulta più garantita: il traffico sarà interdetto per tutta la durata dei lavori». Una soluzione che, a detta del sindaco, risulterebbe a discapito de i cittadini, i quali si vedrebbero costretti a triplicare i chilometri di percorrenza per raggiungere Trino e, conseguentemente, a sostenere maggiori perdite di tempo e consumi di carburante.

Inoltre, la stessa soluzione prospettata nel progetto definitivo, costituirebbe «un danno economico per tutte le attività esistenti nel territorio a forte vocazione turistica, compromettendone la loro stessa sopravvivenza».  Per ovviare a tutto questo, nella lettera è stato richiesto di provvedere alla progettazione di una viabilità temporanea, anche durante la fase dei lavori, in modo tale da garantire, anche utilizzando un senso alternato, il traffico veicolare leggero. Infine, relativamente agli interventi di sistemazione del versante in località Rocca delle Donne, secondo quanto sarebbe emerso dagli studi geologici effettuati a supporto del progetto definitivo, «la fascia spondale destra di fondovalle risulta essere spesso inesistente, infatti, il fiume bagna direttamente il piede del ripidissimo versante marnoso e siltoso. Sicuramente l’azione erosiva laterale del Fiume Po ha concorso, nel tempo, a sottrarre sostegno al piede del versante, contribuendo ad esaltare condizioni di dissesto latenti. In situazioni di piena rilevante del corso d’acqua, o di portate cospicue per lunghi periodi, si potrebbero creare condizioni di criticità con accelerazione dell’evoluzione della fenomenologia in atto».

Alla luce di quanto emerso, l’amministrazione Rondano, pur apprezzando la validità degli interventi di mitigazione del rischio proposti in fase di progettazione definitiva lungo il tratto di monte del versante, ha richiesto, ai fini di un intervento di consolidamento del versante di maggior impatto e in aggiunta agli interventi proposti, la realizzazione di un’opera di difesa del piede del versante, continuamente soggetto a fenomeni erosivi da parte delle acque del fiume Po (anche in fase di morbida), mediante scogliera o intervento similare, come già proposto in fase di progettazione preliminare, sulla base delle richieste AIPO.


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