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  • 14 giugno 2020
  • Casale Monferrato

Gruppo di monitoraggio istituzionale

Rapporto Ires Fase 2: cresce il numero delle imprese

Le richieste di cassa integrazione (CIG) presentate in Piemonte sono del 50%

Rimangono stabili dalla scorsa settimana, rispetto a prima della crisi, al 98% la produzione economica e al 79% la mobilità dei piemontesi, mentre sono ancora il 60% i lavoratori della pubblica amministrazione in smartworking.

È quanto emerge nel nuovo rapporto che Ires Piemonte ha presentato al Gruppo di monitoraggio istituzionale della Fase 2, coordinato dal vicepresidente della Regione, Fabio Carosso, e al quale partecipano i presidenti di Provincia, i sindaci delle città capoluogo, l’Unità di Crisi, le associazioni degli enti locali, con il coordinamento delle Prefetture ed i capigruppo consiliari, e che ha il compito di verificare l’andamento della situazione socio-economica in relazione alle misure assunte per contrastare l’epidemia e alla loro graduale rimozione.

Per quanto riguarda in particolare, la nati-mortilità delle imprese, «la differenza tra quelle che aprono e quelle che chiudono, mostra un saldo a favore delle prime, con una crescita quindi delle imprese. Il confronto con il 2019 a sua volta è positivo con i primi mesi di quest’anno. Due gli effetti che si sovrappongono: le nuove imprese sono meno dell’anno precedente, ma le cancellazioni sono più contenute, probabilmente per effetto delle nuove misure a supporto della continuità aziendale».

«Le richieste di cassa integrazione (CIG) presentate in Piemonte sono del 50% rispetto alla platea di potenziali beneficiari. Ha sofferto particolarmente della crisi l’export piemontese, che è sceso più di 660 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2019, con una flessione che riguarda tutto il territorio, eccetto il Vco, dove i valori rimangono quasi invariati, ed è accentuata soprattutto nelle province di Alessandria (-19,6%), dove hanno maggior peso il settore dei prodotti della metallurgia, il settore orafo e della produzione di macchinari, e di Biella (-9,4%), relativamente al tessile».

«Il Piemonte sta ritrovando la propria normalità - commenta il vicepresidente Carosso - ma esistono ancora delle criticità, che vanno attentamente monitorate.La prima è quella dell’export, che ha subito unacontrazione a macchia di leopardo, particolarmente preoccupante nell’alessandrino. La seconda è quella dell’impoverimento di una fascia della popolazione, che dovremo cercare di recuperare, con misure di aiuto immediate e soprattutto cercando di creare occasioni di lavoro e di investimento».


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