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Processo amianto a rischio per il ddl sulla sicurezza

Il decreto legge sulla sicurezza in discussione in questi giorni rischia di ingarbugliare e bloccare anche il processo sulle morti causate dall'amianto, per il quale da anni organizzazioni sindacali e associazioni di volontariato stanno lavorando nella speranza di ottenere giustizia. Una vertenza che raccoglie il dolore e l'offesa di tante persone uccise dall'amianto e delle loro famiglie, un minerale notoriamente cancerogeno che però fu utilizzato - consapevolmente, ritengono le parti lese - per lavorazioni che non solo hanno esposto quanti quotidianamente si recavano negli stabilimenti ma hanno creato un diffuso danno ambientale di cui solo a distanza di decenni si comprese la gravità. Un danno che continua ancora oggi e che continuerà probabilmente per decenni e che rischia ora di non poter più neppure essere interpretato come «reato grave». E portato in un'aula di tribunale. La questione è stata sollevata dalla stesso Raffaele Guariniello, il magistrato che ha istruito l'enorme processo sull'amianto. L'intento di salvaguardare i processi legati agli infortuni sul lavoro in verità nel ddl c'è, ma la formulazione, ha sottolineato Guariniello, rischia comunque di causare un pasticcio. Si parla infatti di «reati commessi in violazione alle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro», mentre resterebbero fuori i processi per malattie professionali e disastro colposo. Per quanto riguarda il processo sull'amianto sussistono altre complicazioni per il fatto che il procedimento resterebbe congelato solo per le morti avvenute prima del 2002 e non per quelle verificatesi dopo tale termine. La possibilità per rimediare c'è ancora e le associazioni lanciano l'allarme esprimendo preoccupazione per un rischio che renderebbe ancora più complicata una vertenza di per sé già estremamente complessa. Ed è quello che evidenzia il presidente della Provincia Paolo Filippi: «Sarebbe l'ennesima beffa per tante famiglie casalesi che hanno dovuto subire per anni l'avvelenamento ambientale e che proprio quando incominciavano a intravedere il riconoscimento del danno subito rischiano di vedere sfumare la loro speranza di giustizia. Auspico una modifica del testo affinché senza incertezze si riconosca per gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali una via preferenziale per un giusto giudizio». La riunione a Torino per il centro amianto Mercoledì scorso a Torino all’assessorato Tutela della Salute e Sanità si è invece svolta la riunione costitutiva del Comitato strategico del Centro regionale per la ricerca, la sorveglianza e la prevenzione dei rischi da amianto, con sede organizzativa a Casale. «L’incontro in Regione ha rappresentato il primo passo concreto per la risoluzione di una criticità che lascia intuire ancora decenni di lavoro», dice il sindaco di Casale Paolo Mascarino. «Ma è importante essere giunti a sedersi intorno ad un tavolo ed affrontare la vicenda in modo univoco». Soddisfazione viene espressa anche dal vicesindaco Gianni Crisafulli che ricorda che il Comune ha deliberato l’individuazione della sede in via Magnocavallo e che si sveltiranno il più possibile le procedure per l’acquisto e la ristrutturazione del palazzo. «La primissima istanza positiva – Bruno Pesce, coordinatore del Comitato vertenza amianto - è senza dubbio quella che vede le istituzioni farsi carico delle problematiche legate all’amianto, dei rischi, dei temi e dei primi, possibili, interventi, per quanto riguarda la tutela sia dei lavoratori sia dei cittadini, che al momento rappresentano una voce importante nelle statistiche dei nuovi casi di mesotelioma, ma finora non sono riconosciuti come patologie correlabili a quelle contratte dai lavoratori».

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