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Sindacalista e "missionario": chi era Guglielmo Cavalli?

L’AFeVA (Associazione Familiari e Vittime Amianto) di Casale Monferrato ha bandito anche quest’anno il XXIII° concorso “Guglielmo Cavalli - La salute e l’ambiente” (che si terrà al Tartara di Casale giovedì 19 e venerdì 20), rivolto alle scuole di ogni ordine e grado e finalizzato a coinvolgere gli studenti in modo attivo su tematiche relative alla salute ed all’ambiente. Interessati ad approfondire la conoscenza della figura del sindacalista a cui è dedicato il concorso, Guglielmo Cavalli, deceduto anch’egli a causa del “mal d’amianto”, abbiamo chiesto alla moglie Valeria Luparia la disponibilità per un’intervista. Con grande cortesia la signora Cavalli ci ha descritto la figura del marito, mettendo in evidenza le tappe più significative della sua attività lavorativa e sindacale: nel ’70 è segretario della camera del lavoro di Casale Monferrato e dal ’73 lavora alla camera provinciale di Alessandria; nel 1977 fonda il Circolo “Fernando Santi” dedicato ad un sindacalista attivo negli anni ’60; nel 1983 lavora presso la segreteria regionale della FIOM di cui diventa segretario nel 1985; dal 1988 lavora presso la camera del lavoro di Torino e successivamente in quella di Alessandria, sempre occupandosi della tutela dei posti di lavoro e delle problematiche dell’occupazione. Anche in occasione della crisi che portò nel 1980 al licenziamento di 15mila lavoratori della Fiat di Torino e alla famosa “marcia dei 40mila” Guglielmo Cavalli era presente e sostenne con forza che in queste situazioni non bisognava cercare soluzioni individuali ma affrontare con coraggio il problema nella sua globalità. Cavalli fu anche un volontario attivo dell’organizzazione internazionale per i diritti dell’uomo “Amnesty International” e negli anni ’80 andò in missione in Cile e Uruguay insieme all’avvocato Gianaria di Torino per prendere contatto con gli esponenti del sindacato che, in quei Paesi, dovevano svolgere la loro attività in clandestinità. La signora Cavalli ricorda ancora che il marito dovette utilizzare una piccola imbarcazione con la quale navigò lungo la costa dell’Argentina fino a un porticciolo sulla costa nord dell’Uruguay per poter consegnare aiuti economici per le azioni intraprese dai sindacalisti locali in favore degli abitanti di quella nazione. Proprio per ricordare questa figura di uomo e cittadino insieme a tutte le altre vittime dell’amianto i suoi amici e colleghi della CGIL e delle associazioni dei familiari hanno organizzato ventitré anni fa questo concorso per le scuole del nostro territorio il cui obiettivo è quello di sensibilizzare, anche attraverso l’uso di linguaggi di comunicazioni diversi e nuovi stimoli, le nuove generazioni sulla pericolosità dell’amianto, che è stato ampiamente utilizzato in Italia prima della messa al bando nel 1992. Oggi ci sono ancora in Italia 32 milioni di tonnellate di amianto pari a 500 kg. per ogni italiano, da bonificare e smaltire. Il concorso non solo è durato nel tempo, ma ha visto una crescita costante nella partecipazione delle classi con la produzione di lavori di ricerca e documentazione che testimoniano il coinvolgimento degli studenti e la ricaduta sui compagni e sulle famiglie. Per provare a dare un contributo significativo anche noi, invitiamo a visitare l’aula interattiva multimediale “Amianto Asbesto il coraggio di conoscere il bisogno di andare oltre” presso l’Istituto Superiore Balbo in via del Carretto,1 Casale. I contenuti e le attività proposte nell’aula sono adatte a ragazzi e a bambini (a partire da 8 anni) e servono per documentarsi su diversi temi, quali la storia dell’amianto e della fabbrica, la tutela della salute, il processo, le bonifiche. Cacciolo Francesca, Niccolò Cattaneo, Andrea Garbero, Meghi Islami della 3ªA Scienze Umane dell'Istituto Superiore Balbo

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Michele Dughera

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