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I restauri alla chiesa della Grangia, a Natale risuoneranno le campane

Posta nel territorio comunale di Terranova, in un’area resa fertile dalle acque dei fiumi Po e Sesia, tra le province di Pavia e di Vercelli, la grangia di Gazzo dipendeva fin dal 1197 dall’abbazia cistercense di Santa Maria di Lucedio, di cui seguì le vicende fino al passaggio all’Ordine Mauriziano (1784), che mantenne la proprietà fino al 1854, quando fu ceduta al demanio. Più volte soggetta a devastanti alluvioni, la grangia fu interessata dal passaggio delle truppe nemiche durante le guerre d’indipendenza. Già elevata al grado di parrocchiale, la chiesa mariana anteriore all’erezione della diocesi di Casale, fu ricostruita e dedicata alla Natività di Maria Vergine nella prima metà del Settecento, come ricorda Carlo Aletto nel volume “Chiese extraurbane della diocesi di Casale Monferrato” (Tipografia Barberis, San Salvatore Monferrato 2006). “Edificio semplice, di un certo pregio, opera di Giovanni Tommaso Prunotto (1742); attualmente in condizioni di cattiva conservazione, specie per quanto riguarda le coperture. Paramento in mattoni a vista. Alta facciata suddivisa in due parti da una trabeazione, culminante con un fastigio esterno centinato e circondato da cornici; i bordi della facciata sono segnati da due lesene sovrapposte, gli spigoli sono arrotondati. L’ingresso è chiuso da un portoncino di legno scolpito con cornice in stucco mal conservata, sovrastato da una finestrella stretta e frastagliata e da una lunetta. Sulle pareti laterali sporgono i volumi delle due cappelle e della sacrestia”. E poco aggiunge: “Il campanile è diviso in tre parti di diversa altezza; la cella campanaria, lesionata da un fulmine nel 1988, è priva di campane. Interno molto slanciato; impianto rettangolare con volta a botte incavata da lunette sopra le finestre; eleganti capitelli sorreggono una grande cornice. Le pareti sono state ripulite all’inizio degli anni novanta del sec. XX. Sulla volta resti di affreschi (Evangelisti, Spirito Santo). Dietro l’altare, sul fondo del coro, è presente una tela settecentesca raffigurante la Natività della Vergine coi Ss. Anna e Gioachino. Nella cappella di destra in una nicchia è custodita su un bel trono (realizzato nel 1718 da Severino Cassina) la statua lignea dorata della Madonna del Rosario del sec. XVI, riparata dal Cassina nello stesso 1718. Sulla sinistra c’è un quadro settecentesco raffigurante S. Antonio da Padova e S. Bovo oranti per le anime del Purgatorio. Nella parete di controfacciata è dipinto il Battesimo di Gesù. Non sono più presenti le stazioni di una bella Via Crucis settecentesca (provenienti dalla chiesa di S. Giacomo)”. Dionigi Roggero SALIAMO SUI PONTEGGI a Terranova alla alla Grangia di Gazzo mentre avanza un temporale (che poi non rinfrescherà). Arrivano Raffaella Rolfo e Alan Zavattaro, i due progettisti del restauro della bella chiesa dedicata alla Natività di Maria Vergine. Non sappiamo se la Diocesi è assicurata in caso di fulmini (comunque e per fortuna molto, molto lontani) e veloci -cade qualche goccia- affrontiamo il ponteggio. Scaletta dopo scaletta raggiungiamo il tetto. Dall’alto: da una parte l’abitato Terranova e dall’altra la piana del Sesia. Chissà se sul vicino campanile salì re Vittorio Emanuele II giunto qui nel 1859 ad ispezionare le sue truppe, sappiamo che, essendosi spinto sull’Isolone dopo il Bona, venne fatto bersaglio a tiri di fucileria nemica. Dieci anni prima la Grangia fu interessata dal travagliato passagio delle colonne austriache del generale Winpffen dirette a Casale per l’assedio della città (1849). Al loro rientro oltre al confine del Sesia venne sepolto nel cortile un militare morto nel trasferimento, il friulano Adolf Furlan. Torniamo, nel vento, sul tetto. Ci fanno vedere il campanile ancora scheggiato da un vecchio fulmine, le crepe laterali che mettevano in pericolo l’intera struttura. E’ stato rifatto l’assito ricoperto con una guaina impermeabile e consolidato il frontone. L’orditura del tetto è completata e aspetta le tegole. I lavori sono condotti da Erreti Group e Restructura di Spirano (Bergamo) coi contributi di Crt, Comune e Regione Piemonte oltre che Cei (fondo Otto per mille). Scendiamo ed entriamo in chiesa, anche l’interno è occupato da un ponteggio che lascia intravedere gli affreschi, ponteggio anti caduta in quanto dopo terremoto e infiltrazioni restano da consolidare le volte, come da risanare il campanile, la campana è ora nel sottotetto della casa parrocchiale: tornerà a suonare a lavori completati, si spera entro l’inverno. Luigi Angelino FOTO. Sul tetto coi progettisti- Ponteggi interni tra gli affreschi

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Veronica Spinoglio

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