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Viaggio a San Salvatore per il IV centenario del miracolo

Appuntamento venerdì scorso nella piazza principale della città di San Salvatore con Roberto Barberis in rappresentanza del comitato organizzatore del IV centenario del miracolo del soldato spagnolo Martino de Nava. Era il 15 maggio 1616 quando fu aggredito da un contadino, forse esasperato dalle scorribande dei soldati stranieri, e gettato in un pozzo dove, con l’aiuto della Madonna, riuscì a salvarsi e a raggiungere l’accampamento per raccontare il fatto miracoloso. Fin dall’anno successivo un decreto vescovile aveva autorizzato la costruzione di una chiesetta sul terreno donato dal nobile Guglielmo Dalla Valle con il denaro offerto dal comandante del “Tercio” Juan Bravo de Laguna. Nei secoli successivi la cappella venne trasformata nel Santuario della Madonna del Pozzo. Tra le numerose iniziative per ricordare l’avvenimento sono state allestite tre mostre. La prima nella chiesa parrocchiale di San Martino, che visitiamo con il viceparroco don Gabriele Paganini. Nella cappella di testa della navata sinistra, dedicata al Rosario, oltre alla grande pala d’altare del Moncalvo raffigurante la “Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caterina da Siena”, sono esposte le immagini delle tele di Orsola Caccia “Adorazione dei pastori” e la “Sacra Famiglia” conservate rispettivamente nelle chiese di San Siro e Sant’Antonio. Una cappella magnfica che vale la visita - come tutta la chiesa- anceh extra mostra. Nella cappella del Crocifisso, che conclude la navata destra, davanti al grande altare in stucco dell’intelvese Giovanni Battista Gallo, è esposta in una bacheca, meraviglia delle meraviglie, una insolita pisside-ostensorio (nella foto) realizzata in argento sbalzato e cesellato dall’orafo tedesco Jeremias Sibenbürger. Fu donata dall’imperatrice Eleonora, figlia di Vincenzo Gonzaga e sposa di Ferdinando II d’Asburgo, al padre cappuccino Salvatore Bucci, segretario del padre Giacinto Natta, inviato pontificio in Germania negli anni 1622-1623. Di particolare interesse nella mostra presso la Biblioteca civica una panoramica della società del Seicento attraverso testi rari (con piccolo catalogo di Elena Amisano). La vita di Emanuele Filiberto, commissionata nel 1596 all’umanista milanese Giovanni Tosi dal duca Carlo Emanuele I per onorare la memoria del padre. La prima edizione degli Statuti, stampata ad Acqui nel 1621 da Pietro Giovanni Calenzano che li dedicò al suo benefattore Stefano Camurati, giureconsulto sansalvatorese. E ancora l’opera dello storico e scrittore benedettino Vittorio Siri intitolata “Il politico soldato monferrino, ovvero discorso politico sopra gli affari di Casale”, dove si auspicava la formazione di una lega antispagnola. Da una collezione privata lo splendido sigillo seicentesco del marchese Francesco Rolando Dalla Valle, signore di Lu e Mirabello, uno dei pochi monferrini insigniti (nel 1639) del collare del Redentore del Ducato di Mantova (Gonzaga). Lasciamo San Salvatore diretti alla frazione di Frescondino per la terza mostra allestita nella sala Roncati del Santuario di Madonna del Pozzo. Ci attende il rettore don Carlo Grattarola che ci accompagna nell’antica cappella con il pozzo del miracolo riprodotto nella tela seicentesca di Giorgio Alberini, rubata nel 1983 e sostituita dalla fedele riproduzione di Pietro Vignoli (è l’occasione per ricordare questo grande restauratore alessandrino, i suoi lunghi lavori in Sinagoga e Santa Caterina...). Sono in corso i preparativi per la mostra dei numerosi ex voto appesi alle pareti. Uno di questi ricorda la grazia ricevuta da Santino Milanese il 20 agosto 1917. Tra le curiosità in mostra, oltre alla bacheca dedicata alla famiglia Dalla Valle e una alla visita di San Giovanni Bosco, una palla di cannone proveniente dal castello Sannazzaro di Giarole, il primo libro spagnolo che ricorda fin dal 1622 il miracolo monferrino e le carte frutto della ricerca negli archivi spagnoli dell’origine di Martino de Nava a Marques, 80 km a nord di Madrid.

Profili monferrini

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Silvio Morando

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