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Assistenza

Le speranze per scongiurare la chiusura della Rsa Giallo Sole di Pontestura

Risulterebbero almeno sette le Cooperative interessate alla gestione

Ci sono buone speranze per scongiurare la chiusura della Rsa Giallo Sole di Pontestura, la casa di riposo per anziani e malati che, fino a pochi giorni fa, ospitava 26 persone e 22 lavoratori. Dopo l’ultima proroga di tempo, fino a domenica 15 marzo, concessa  dall’attuale gestore Sereni Orizzonti, che da mesi aveva palesato la volontà a non proseguire la gestione, famigliari e Comune si erano mobilitati per sensibilizzare Curatore Fallimentare e, per suo tramite, Unicredit Leasing, a valutare eventuali condizioni maggiormente appetibili, per attrarre nuovi potenziali gestori, disponibili al servizio.

La sollecitazione era partita anche dalla segreteria provinciale Fiadel Sp che, con il coinvolgimento della Cgil, aveva convocato, per venerdì scorso, un incontro tra le parti alla presenza dei lavoratori che, ricordiamo, erano stati solo “temporaneamente assorbiti” dalla Sereni Orizzonti. Dalla mobilitazione, risulterebbero almeno 7 le Cooperative dimostratesi interessate alla gestione della Rsa Giallo Sole; una, in particolare, sarebbe intenzionata all’acquisto del sedime di proprietà comunale e dell’immobile, oltre che disponibile ad investire ulteriori circa 500 mila euro per la riqualificazione degli ambienti. Intanto, negli ultimi giorni, com’era prevedibile che fosse, in assenza di informazioni certe, la gran parte dei parenti si è organizzata per il trasferimento dei loro cari; anche alcuni lavoratori si sono dimessi.

A sabato 7 marzo, gli ospiti rimasti sarebbero solo 6, di cui due in uscita, e i dipendenti, circa 17. Lunedì 9 marzo si terrà un nuovo incontro tra Curatore Fallimentare e Segreterie Provinciali: «Sono molto fiducioso che verrà ritrovata una soluzione per salvare struttura e lavoratori» commenta Alberto Rito della Fiadel.

La struttura, nel frattempo, si è praticamente svuotata; come gestire 17 lavoratori a fronte di appena 4-6 ospiti? «Se l’operazione andrà in porto, magari mediante una prima e temporanea procedura d’urgenza, una sorta di misura tampone per evitare interruzioni, cercheremo di attivare il Fondo Integrativo Salariale in attesa che la struttura torni ad ospitare altri anziani».

Si dice fiducioso, qual è la sua visione? «Ritengo che troppe volte si agisca guardando al profitto senza considerare l’aspetto umano e sociale. Gli anziani rappresentano le fasce deboli da salvaguardare e i lavoratori, spesso, lavorano con grande professionalità, ma con contratti ridotti al minimo. Spero che gli interessi palesati nei giorni scorsi, si trasformino in concrete azioni rispetto a prospettive di sviluppo e crescita delle politiche sociali, assistenziali e umane, che mettano la persona, sempre, al centro».


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