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  • 18 gennaio 2013
  • Casale Monferrato

Edoardo Monti, figlio del noto avvocato casalese, era stato segregato in Russia. Arrestato l’intermediario del sequestro

Svolta nelle indagini sul sequestro di Edoardo Monti, avvenuto nel febbraio dello scordo anno in Russia. È stato arrestato l’amico di Monti, Mauro Bernardinello, 44enne impresario casalese, da tempo residente a San Pietroburgo, che aveva fatto da intermediario tra i rapitori e la famiglia del giovane casalese. L’arresto è avvenuto qualche tempo fa ma la notizia è stata resa nota solo ieri. La notizia del rapimento era stata comunicata alla famiglia di Monti - che da qualche tempo viveva anche lui a San Pietroburgo, dove insegnava italiano in una scuola privata - nella notte tra il 14 e il 15 febbraio 2012. Appena ricevuta la telefonata dalla Russia, il padre, l’avv. Paolo Monti - grande esperto di diritto amministrativo, poi morto d’infarto proprio durante i giorni del sequestro del figlio - aveva subito telefonato alla Polizia. I primi ad accorrere erano stati il dirigente del Commissariato di Casale, Athos Vecchi, con gli agenti della sezione investigativa, e il collega della squadra mobile della Questura di Alessandria, Domenico Lo Pane, raggiunti a breve dagli agenti dello SCO (Sezione Criminalizzata Organizzata) della Questura di Torino. Gli investigatori appuravano che i malviventi avevano inviato a Casale un altro cittadino italiano, Mauro Bernardinello, già titolare di un’impresa edile in città prima di emigrare in Russia. Questi aveva detto di essere stato rapito con Edoardo Monti e di essere poi stato liberato dagli stessi sequestratori che lo avevano inviato in Italia per chiedere un riscatto di 300mila euro alla famiglia. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Torino, si avvalevano della collaborazione del Servizio Centrale Operativo e dell’Interpol e il coinvolgimento dei servizi di polizia russi. Dopo una serie di trattative - avvenute costantemente sotto il controllo degli investigatori che avevano messo a punto tutta una serie di controlli, pedinamenti e intercettazioni, compreso il funerale dell’avv. Monti - non veniva consegnata alcuna somma di denaro: così Bernardinello decideva di rientrare in Russia per comunicare il tutto ai sequestratori. Intanto, nelle prime ore del 17 febbraio, l’avvocato Paolo Monti moriva per infarto. Durante il volo Milano-Zurigo-San Pietroburgo, Bernardinello veniva monitorato e, una volta accertato il suo sbarco a San Pietroburgo, veniva fermato dalla Polizia locale che lo sottoponeva ad interrogatorio. Poche ore più tardi Edoardo Monti si presentava al Consolato d’Italia e ai funzionari dichiarava: «Sono Edoardo Monti, mi hanno liberato!». A rilascio avvenuto, le indagini si svolgevano anche grazie ad una rogatoria con l’ottima collaborazione delle autorità russe. Nel settembre 2012 una delegazione composta dai sostituti procuratori Arnaldi Di Balme e Cappelli, titolari dell’inchiesta, si recava a San Pietroburgo per approfondire le indagini. Dalle risultanze investigative, Bernardinello, a ottobre, veniva fermato alla Malpensa, durante un suo rientro in Italia. Interrogato in Tribunale a Torino in qualità di “persona informata sui fatti”, a seguito di ripetute contraddizioni, i magistrati sottoponevano l’ex impresario casalese a fermo di indiziato di delitto. Subito dopo Mauro Bernardinello veniva trasferito nel carcere “Lorusso – Cutugno” di Torino dov’è ancora detenuto.

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Giorgio Mesturini

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