Ha finalmente un nome il cadavere ritrovato il 4 gennaio scorso nei boschi in località Tagliaferro di Camino. È quello di un rumeno di 52 anni, Cezar Chitariu, in Italia senza fissa dimora. È stato identificato dalla comparazione delle impronte digitali con l’archivio dell’Afis: dall’inserimento dei dati in possesso degli investigatori dei Carabinieri è saltata fuori l’immagine di Chitariu che era già stato fotosegnalato: niente di particolarmente grave, solo un precedente di polizia per un piccolo furto.
L’uomo era stato ospite per alcuni giorni della comunità “Remar”, il centro di accoglienza onlus situato proprio a Tagliaferro, a poche centinaia di metri dal punto del ritrovamento del cadavere: un rifugio per molti disadattati che si fermano per ristorarsi con un piatto di minestra o per dormire in un posto al coperto.
Il fatto che nella comunità non esista l’obbligo di registrare uscite e rientri, ma solo di compilare una scheda la prima volta al momento dell’ingresso, nessuno si era accorto della sua mancanza. Uno strano destino quello di Cezar Chitariu, uscito - quando non si sa - dalla comunità per andare a morire tra i rovi del bosco vicino.
Ha attraversato la strada e ha imboccato il sentiero che porta verso la collina, percorrendolo per qualche centinaio di metri. Poi, forse, lo ha colto un malore che lo può aver stroncato immediatamente, oppure gli ha impedito di muoversi: il freddo ha completato l’opera.
Quando i responsabili della comunità hanno visto la foto segnaletica mostrata dai Carabinieri, hanno confermato che quell’uomo era stato lì. Il resto lo dirà l’autopsia.