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Nostalgia del Monferrato? Sì, ma in Galles stiamo bene

I giovani monferrini in terre straniere costituiscono oggigiorno una realtà ormai affermata. C’è chi ottiene esperienze di vita, chi ottiene lavoro, chi entrambi. Ed è quest’ultimo il caso di due monferrini che, come altri coetanei, hanno scelto un paese che sembra offrire crescenti opportunità in ambito professionale: il Regno Unito. Roberto Quaglia e Laura Paletto da Castelletto Merli hanno raggiunto le terre d’oltre Manica e più precisamente il Galles ormai due anni fa e da allora vivono nella cittadina di Pontyclun, una comunità nel sud del Galles a pochi chilometri dalla capitale Cardiff, dove i due giovani lavorano. Laura è dottoranda presso il dipartimento di Optometria e Bioscienze dell’Università di Cardiff mentre Roberto è impiegato come ricercatore al dipartimento di Ingegneria dell’Università, finanziato da un progetto Europeo. «Siamo arrivati qui senza conoscere nessuno - precisa la coppia - ma essendo in due e non è stato difficile ambientarsi. Con il tempo sono nate amicizie e conoscenze. Peraltro qui si lavora bene, anche se conosciamo solo il mondo Universitario, che sotto molti aspetti è un mondo a sè». Differenze fra le due realtà? Dal racconto dei due giovani ve ne sono… ma sono molte anche le analogie con la vita monferrina. «Beh, noi abbiamo le vigne, loro le pecore» stigmatizza Roberto, per dire che anche qui si respira una forte tradizione rurale. «Come differenze, mi sembra che la gente sia in generale più orgogliosa della propria terra rispetto a noi». «Personalmente mi piacciono i britannici, anche se trovo siano piuttosto chiusi caratterialmente, direi simili in un certo senso ai piemontesi. A parte questo – aggiunge Laura - la vita gallese non sembra cosi diversa da quella italiana». Punto sul quale concordano i due monferrini e altri giovani che hanno raggiunto il Regno Unito e sono già intervistati è che «ci sono molte opportunità per qualunque tipo di lavoro o professione». «Cardiff sta crescendo molto, sia nazionalmente che internazionalmente», aggiunge Roberto mentre Laura precisa anche che «gli stipendi sono adeguati». Eppure la mancanza del Monferrato lascia sempre un po’ di vuoto da colmare. «A parte famiglia e amici? Beh, a me mancano il mio motorino e la toma stagionata», risponde Laura mentre Roberto aggiunge a famiglia e amici una nostalgia culinaria: quella per il “salame cotto”. Quali i progetto dei due monferrini? Difficile a dirsi anche se le idee sono abbastanza chiare e Laura spera di continuare come giovane ricercatrice per i primi anni e poi proseguire nel mondo accademico mentre Roberto si auspica ironicamente di continuare come «non più giovane ricercatore». Al di là di quanto sarà anche i due monferrini sono concordi nell’affermare che questa esperienza lascerà non pochi insegnamenti. «In questi quasi due anni passati qui ho potuto consolidare la mia conoscenza della lingua inglese. Sono fortunata - rivela Laura - perché nel mio dipartimento ho avuto modo di incontrare e lavorare con persone competenti e che sanno seguirti nel migliore dei modi. Sto vivendo l’Università da un’altra prospettiva, creandomi e organizzandomi il lavoro». Roberto invece mette l’accento su un’attitudine molto “anglosassone”: quella relativa alla mobilità. «Qui le persone sono molto mobili e non hanno paura a mettersi in gioco a qualunque età. Magari un giorno mi servirà come esempio».

Profili monferrini

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Valentino Veglio

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