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  • 01 ottobre 2013
  • Casale Monferrato

La multa da pagare a rate era una truffa: condannato

Truffa continuata, tentata violenza privata aggravata. Erano le accuse contestate a Michele Tosti, 51 anni, residente in città in viale Beretta, imputato di aver abbindolato un impresario edile di Vercelli, Daniele Laurenti approfittando del fatto che quest’ultimo doveva saldare un debito al fisco di 65mila euro per mancati versamenti dell’Iva. Tosti, secondo il capo d’imputazione, avrebbe promesso a Laurenti che un suo cugino dipendente dell’Agenzia delle Entrate di Asti si sarebbe interessato per fargli ottenere la rateizzazione nonchè una riduzione del debito. Operazione che sarebbe stata possibile se Laurenti gli avesse consegnato in tempi brevi somme in contanti. Con questa promessa era riuscito a farsi dare dall’impresario vercellese, in due tempi successivi, la somma complessiva di 20mila euro. Durante la sua testimonianza in aula, Laurenti aveva spiegato al giudice Gianpiero Balestriero che doveva «versare ingenti somme al Fisco e la rateizzazione era la strada più comoda. Mi venne presentato Tosti come consulente: lo incontrai in un bar, mi spiegò la procedura da seguire, il numero di rate che si potevano ottenere, l’importo degli interessi. Mi disse che se gli avessi consegnato 10mila euro in contanti mi avrebbe dimezzato le more. Gli diedi la somma richiesta. Ci fu poi un secondo incontro, gli consegnai altri 10mila euro, mi portò la documentazione ma non mi rilasciò nessuna ricevuta. La terza volta, alla mia richiesta di poter avere la ricevuta, mi accompagnò ad Asti. Tosti entrò all’Agenzia delle Entrate, lo attesi invano per sei ore. Con lui c’era la persona che me lo aveva presentato. Gli offrii anche il pranzo. Lo contattai ma mi minacciò, dicendomi che se lo avessi denunciato mi avrebbe sparato nelle gambe. Ero preoccupato, avevo paura ad uscire di casa: ho perso 20mila euro e sono stato gravemente danneggiato». Il processo si è concluso la scorsa settimana con la condanna dell’imputato: a Michele Tosti il giudice ha inflitto 1 anno di reclusione e 2mila euro di multa, prendendosi novanta giorni di tempo per depositare la motivazione della sentenza.