Articolo »

  • 10 luglio 2022
  • Casale Monferrato

Dopo il MonFest

«L'arte fotografica unisce le generazioni»

Il punto di vista di Luciano Bobba

Luciano Bobba ritratto da Francesca Romano

Sono passate ormai tre settimane dalla chiusura della prima edizione di MonFest, la biennale di fotografia a Casale Monferrato. Un successo di presenze sin dal primo fine settimana di apertura e un bravissimo fotografo casalese nel “dietro le quinte”, anche curatore di uno dei percorsi espositivi. Luciano Bobba è nato a Casale Monferrato nel 1957. Dalla fine degli anni ‘80 la sua ricerca artistica sperimenta varie forme espressive, dalla fotografia tradizionale a quella digitale, dalla videoarte alla pittura. 

Il punto di partenza è il 1986 quando si trasferisce a Los Angeles per frequentare la Otis Parsons School of Visual Arts e la West Coast University per i corsi di computer grafica e animazione. In quel periodo ha collaborato con il Museum of Contemporary Art di Los Angeles come grafico e fotografo. Il 1989 segna il suo ritorno in Italia e l’inizio del lavoro per l’Editoriale Giorgio Mondadori-Cairo Editore di Milano dove tuttora svolge l’attività di Art Director per il mensile “In Viaggio” .

Osservatore della realtà contemporanea e amante della sperimentazione di tutti i linguaggi espressivi, ha esplorato la mail art, la pittura su tela, il disegno al tratto, il collage e la fotografia. Interessato a tutte le nuove tecnologie, è tra i primi a utilizzare l’iPhone come mezzo espressivo riuscendo a mettere in scena uno stile onirico-pittorico misurato negli equilibri e nelle densità cromatiche. Nel 2013 con gli amici Stefano Albertini e Max Portale ha dato vita al collettivo artistico “Italian Code”. Proprio con Bobba abbiamo pensato a una chiacchierata tra Biennale, Casale e l’idea di fotografia.

Iniziamo dalla Biennale, com’è andata?
Il MonFest, la prima Biennale di Fotografia a Casale Monferrato ha avuto, è vero, un ottimo riscontro. In due mesi e mezzo ha registrato una partecipazione di circa 20 mila persone, che hanno visitato le mostre, hanno partecipato agli incontri, ai laboratori per bambini e agli eventi della kermesse, portando alla città una nuova ondata di turisti incuriositi e interessati a questo grande evento, che ha coinvolto gran parte della cittadinanza.

La fotografia, un mondo che attrae tante generazioni.
La cultura fotografica unisce tutte le generazioni e rende le città un’attrattiva, così è avvenuto anche a Casale durante il Festival. Manifestazioni di soddisfazione sono arrivate anche dai critici, dai giornalisti, dagli esperti e dai curatori e dai docenti delle scuole e lo dimostra l’ampia rassegna stampa locale e nazionale sul cartaceo e sul web. Gli studenti delle scuole artistiche sono arrivati a Casale per visitare le mostre e sono rimasti colpiti anche dalle location che ospitavano le esposizioni. La curatela anche della cronistoria del Festival affidata all’AFA, il circolo di fotografia alessandrino, ha promosso ogni avvenimento legato al Festival. È aumentata in modo esponenziale la conoscenza del MonFest attraverso anche i continui aggiornamenti sul sito  dedicato del Comune di Casale e sui social. L’alto profilo degli autori, dei curatori, dei lettori Portfolio, degli ospiti, protagonisti degli incontri, dei docenti e la collaborazione fattiva degli studenti e degli amatori e appassionati di fotografia hanno contribuito a diffondere il successo di questa prima edizione. Ma si deve la buona riuscita all’Amministrazione Comunale. 

Si guarda già al 2024?
Le nuove frontiere sono già vicine e si sta già lavorando per la prossima edizione del 2024. Eventi e mostre potrebbero anche essere organizzate per il prossimo anno per fare da collante e da trait d’union tra l’edizione passata e quella futura.

Parliamo anche del Bobba curatore della personale di Raoul Iacometti.
Con #homeTOhome siamo riusciti a portare la fotografia a teatro con una mostra e soprattutto con uno spettacolo “Tempo interattivo [Siamo storie in una fotografia]”. Un evento multidisciplinare, un’unica esperienza sensoriale, dove ognuno degli interpreti, si è unito ad altre arti contaminandole e contaminandosi.

Cosa rende unico il suo lavoro?
Il lavoro di un fotografo si esprime attraverso la propria ricerca personale ma si espande attraverso la conoscenza di nuove realtà artistiche, nuovi mondi da conoscere e da approfondire e realtà connesse alle arti, sia in Italia che all’estero. È una crescita continua e incessante. 

Il potere della fotografia e un consiglio agli appassionati del settore.
La fotografia ha un potere inesauribile e uno strumento fortissimo per registrare la vita, la società e gli eventi del nostro pianeta. Chi vuole avvicinarsi alla fotografia, di qualsiasi genere si tratti, deve imparare a guardare, a studiare le arti e la fotografia del passato e del presente, cercare la propria creatività personale e il proprio stile.


Profili monferrini

Questa settimana su "Il Monferrato"

Doriano Costanzo

Doriano Costanzo
Cerca nell’archivio dei profili dal 1871!