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Stroppiana

Il “Gruppo Marazzato” ha compiuto 70 anni

La storia raccontata nel libro scritto da Maurizio Scandurra

Nella foto Carlo Marazzato

Il “Gruppo Marazzato” compie 70 anni. E si racconta attraverso un ampio libro monografico affidato alla penna di Maurizio Scandurra, giornalista radiotelevisivo e saggista.

“Dal Trasporto all’Ambiente: il senso è nel viaggio”, questo il titolo dell’opera, è stato presentato lunedì 26 settembre presso la “Collezione Mezzi Storici Marazzato” a Stroppiana alla presenza dei fratelli Alberto, Luca e Davide Marazzato, del giornalista Massimo Condolo, storico dei trasporti in Italia e dell’autore, che abbiamo intervistato. La copertina è di Riccardo Manachino, la creatività della designer Simona Novella. 

Maurizio, come nasce quest’opera? «Mi sono accostato alla storia di una vita con umiltà e altrettanto, esecrando rispetto. Fare proprio il percorso altrui è un’operazione complessa e delicata insieme. La famiglia Marazzato, che ringrazio per avermi affidato un compito sì importante, disponeva già di un bel volume, dal titolo “Lavoro, Coraggio, Successo” scritto da Valentina Masotti nel 2012 in occasione del sessantesimo compleanno dell’azienda: utilissimo a farmi capire tutta la lunga strada sin qui compiuta. Rielaborando passato e presente in vista del futuro, lasciando spazio al nuovo che è già in atto».

Settant’anni e tre generazioni alla guida dell’impresa. Un aggettivo per ciascuna? «Lucillo Marazzato, il fondatore che ho conosciuto attraverso le parole di chi l’ha amato, un visionario competente. Carlo Marazzato, suo figlio, un eclettico generoso. Mara, sua moglie, una vera signora in tutto. I fratelli Alberto, Luca e Davide, imprenditori lungimiranti e altrettanto capaci proprio come il nonno e i genitori».

Quale fil rouge li lega? «Indiscutibilmente, il concetto di famiglia. Quell’unità sincera e genuina che si respira fra tutti coloro che portano il cognome Marazzato. Quando il cuore batte in una sola direzione, navigare in maniera sicura è più facile, e soprattutto viene spontaneo. Persone e professionisti operosi che lavorano da sempre a testa bassa e con indefesso impegno credendo nel gioco di squadra. Nella cultura delle radici. La sola capace di fare la differenza anche nella vita. Per me sono tutti, indistintamente, un esempio».

Parlando di memoria, il ricordo va a Carlo Marazzato, scomparso la scorsa primavera. Un ricordo? «Ce ne sono tantissimi. Lo conobbi il 14 agosto del 2019. M’invitò a Stroppiana a visitare quel capolavoro irripetibile che è la sua immensa raccolta di camion storici. Mi disse che aveva a disposizione solo un quarto d’ora poiché doveva partire per il mare: restammo insieme invece sino a sera inoltrata. Suo padre Lucillo fu la prima cosa di cui mi parlò. Un amore viscerale e unico, quello per l’indimenticato genitore, che mi ha sempre, profondamente commosso. Ascoltavo rapito i suoi racconti. Gli devo moltissimo, compreso il fatto che se oggi colleziono autobus storici lo devo a lui. Un amico, un maestro. Un secondo padre, indubbiamente».

Gli ha anche dedicato una campana commemorativa, vero? «Sì, e ne vado fiero. L’ho commissionata alla”Pontificia Fonderia Marinelli” di Agnone, e si trova proprio nel museo stroppianese completamente rinnovato per i 70 anni dell’azienda che porta il suo cognome. Gliel’abbiamo donata a sorpresa il 7 ottobre 2021 a Burolo, quando suo padre Lucillo è stato nominato Cittadino Onorario Post Mortem di quel Comune in cui visse per più di trent’anni. Ringrazio infinitamente di cuore il figlio Alberto Marazzato, i suoi fratelli e la signora Mara per avermi permesso di organizzare quell’evento, tra i più significativi che ho nel cuore».


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