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Comunità Protetta

Moncalvo, lavori di ampliamento per la struttura di Villa Raffaella

Saranno disponibili 10 camere a due posti letto e due a un posto letto

Durante l’ultimo Consiglio comunale, tenutosi a Moncalvo, è stata deliberata l’approvazione dello schema di convenzione urbanistica per il rilascio del permesso a costruire nella nuova struttura Villa Raffaella in località Stazione.

La quota di monetizzazione è stata quantificata in 15 euro al metro quadrato (i metri quadrati interessati sono 150). La struttura di Villa Raffaella, che rientra tra le Comunità Protette tipologia B, verrà trasformata in SRP2 livello 1 (Servizi Residenziali della Psichiatria), mantenendo la propria valenza educativa e riabilitativa di alto livello, comprensiva di percorsi di recupero e reinserimento di persone affette da depressioni profonde, disturbi bipolari e schizofrenie.

La normativa vigente prevede l’osservanza di specifiche disposizioni rispetto alle quali, occorrerebbe un importante investimento per l’adeguamento dell’attuale struttura, che l’Oda (Opera Diocesana Assistenza), attraverso la Cooperativa Abbazia, gestisce con attività di licenza affittando i locali.

Da qui la decisione di ricorrere ad un investimento da mettere a patrimonio, mediante l’acquisto di un appezzamento di terreno sul quale costruire la nuova struttura rispondente alla totalità delle prescrizioni previste. Il terreno in questione misura 5.000 metri quadrati, di cui 3.700 in fascia edificabile.

La nuova Villa Raffaella, il cui inizio lavori, previe le dovute autorizzazioni, è previsto in autunno, si svilupperà su una superficie di 1.110 metri quadrati interamente al piano terra e sarà strutturata a doppia cornice quadrangolare collegata al giardino-cortile interno di circa 20 metri quadrati.

Nella nuova struttura saranno disponibili 10 camere a due posti letto e due a un posto letto; saranno inoltre presenti un locale cucina, gli uffici, l’ambulatorio, l’infermeria, la sala occupazionale (soggiorno e laboratori), la sala di ricevimento collettiva, quella per i colloqui individuale e la sala fumatori.

È altresì previsto lo sviluppo di porticati, sia nel perimetro interno sia esterno, per consentire lo sfruttamento degli spazi aperti anche in caso di maltempo, oltre che un percorso salute per l’attività motoria.

«È molto importante la mobilità per i nostri ospiti - osserva Dario Governali, presidente della Cooperativa Abbazia - per quanto attiene la vita religiosa e sociale, lo svago e lo shopping invece, lo spirito resta quello di apertura verso la comunità moncalvese, ricca di offerte e di punti di riferimento». Qual è l’impegno economico per il nuovo investimento? «Parliamo di circa 1 milione e 600 mila euro» precisa Governali.

Come verrà finanziato? «Mediante l’accensione di un mutuo bancario».

Quali le caratteristiche della struttura? «Verrà realizzata con moduli X-Lam (pannelli di legno massiccio a strati incrociati). La copertura sarà comprensiva di pannelli solari e, all’interno, gli ambienti saranno colorati nelle tonalità pastello a seconda dei percorsi».

Per quando è prevista la fine lavori? «Salvo imprevisti, entro i primi mesi del 2020».

Attualmente qual è l’organico in servizio? «Sono 20 persone tra Oss, educatori, infermieri, psicologo, psichiatri e ausiliari in cucina e vigilanza». Quanti gli ospiti? «23».

Quale indicativamente la durata media del loro soggiorno e quali i percorsi riabilitativi? «I nostri ospiti restano in struttura dai 3 ai 4 anni, durante i quali lavorano per il recupero del “sé”, l’autonomia personale, obiettivi di crescita e reinserimento nella società. A fine percorso, alcuni di loro vengono trasferiti nei gruppi-appartamento di Moncalvo, dove dovranno autogestirsi, mentre altri tornano in famiglia direttamente».

Percentualmente quanti sono i casi che, invece, non si riabilitano e qual è la loro destinazione? «Indicativamente solo il 10% circa raggiunge la patologia cronica. In questi casi vengono trasferiti in specifiche strutture».

Durante la loro permanenza in struttura hanno opportunità di lavoro? «Si, alcuni di loro vengono inseriti a supporto delle diverse attività, tramite un contratto di lavoro».

Ripartendo da una struttura nuova, perché la scelta di restare a Moncalvo? «Abbiamo scelto di restarci per non stravolgere i percorsi di recupero degli ospiti che, a Moncalvo, hanno i loro punti di riferimento. Abbiamo fatto questa scelta anche perché il Comune dimostra politiche molto vantaggiose per le Onlus rispetto ad altri territori».

Insomma, quella di restare a Moncalvo risulta indubbiamente una scelta importante, non solo per il benessere degli ospiti, ma anche per i 20 dipendenti oltre che per l’intero indotto che ruota intorno a Villa Raffaella.


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Marco Imarisio

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