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  • 29 gennaio 2022
  • Casale Monferrato

Scuola e Covid

«Troppe circolari! Sono pure più dannose della variante Omicron»

L'analisi del medico competente Corrado Rendo

Non bastavano le già gravose e macchinose difficoltà in capo alla scuola nella gestione di positività e quarantene. Ad appesantire e a complicare il tutto si aggiungono circolari su circolari definite “un po’ troppo a tavolino” senza una vera e propria coscienza della realtà. A parlarne, è il medico del lavoro degli istituti scolastici Corrado Rendo, sempre più «allibito dal caos determinato dalle recenti circolari», ultima, quella regionale del giorni scorsi.

«La crescita enorme dei contagi determinata variante “Omicron” del virus Sars-Cov-2, che ha coinvolto in modo esteso le fasce di età più giovanili, ha sconvolto l’organizzazione delle scuole, ma il danno più grave è stato quello inflitto dalle circolari - spiega Rendo - La meritoria operazione “scuole aperte”, fortemente voluta dal premier Mario Draghi e dal ministro Patrizio Bianchi, sta naufragando paurosamente sommersa dalla tempesta perfetta delle “indicazioni operative” contenute nelle circolari, scritte da burocrati sanitari sicuramente avulsi dalla realtà. I presidi e i loro collaboratori sono allo stremo, le chat e le email delle scuole sono decisamente calde, le scuole si sono trasformate in “call-center” sette giorni su sette a partire dalle 7 del mattino fino a tarda sera. Del resto, è solamente nella scuola che le famiglie ritrovano risposte, anche su questioni sanitarie.

Gli operatori sanitari delle Asl, ridottissimi di numero e impegnati in modo sovrumano, si sono oramai arresi definitivamente. In presenza di contagi, pesantissima è la trafila per famiglie e scuole: tampone, quarantena/isolamento/auto-sorveglianza, didattica digitale o integrata, test antigenico, certificato medico e provvedimento dell’Asl. Lo stress è alle stelle. Inoltre, nella recente e confusa circolare regionale, ai presidi si richiedono compiti aggiuntivi di sempre più grande responsabilità come, tra gli altri: decidere immediatamente la sospensione delle attività didattiche senza attendere il provvedimento dell’Asl e consentire il rientro degli alunni contagiati e di quelli a rischio di contagio. A loro spettano anche compiti da travet. Il Piemonte, poi, sconta pesantemente la decisione di non aver alleggerito, come hanno fatto altre regioni del nord, le misure burocratiche volute dal Ministero».

Insomma, una situazione davvero incredibile rispetto alla quale, tra chi pensa che sarebbe stato meglio non riaprire le scuole dopo le festività natalizie e chi ritiene che l’apertura, in queste condizioni, rappresenti costi importanti, Rendo chiosa: «Tenere le scuole aperte in questi termini costa sicuramente tanto, ma il guadagno sarà molto superiore al prezzo, in quanto i ragazzi, devastati da più di due anni di pandemia, potranno avere un futuro migliore». 

Altra cosa, però, è il peso di regole macchinose, smisurate e ingestibili per mancanza di strumenti e risorse (anche umane), che si poteva evitare e/o rendere meno gravoso. 

Sarebbe stato sufficiente un confronto diretto con i dirigenti scolastici, che la scuola la vivono quotidianamente sulla loro pelle, e un’impostazione strutturata, collegata e coordinata per competenze: ad ognuno la sua.


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