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Iniziativa dell'ABEVA

Due casalesi nella corsa anti-amianto in programma a Bruxelles

Intanto sembra imminente la chiusura delle indagini del processo Eternit bis a cui stanno lavorando i pm Roberta Brera e Francesco Alvino, insieme al magistrato Gianfranco Colace. La Procura di Vercelli sembra voler procedere per omicidio doloso

Ci sarà anche una mini (per ora) delegazione casalese alla “20 chilometri di Bruxelles 2019”, gara storica che quest’anno festeggia la 40a edizione e a cui, da alcuni anni, partecipa anche un gruppo di esponenti della ABEVA, l’associazione delle vittime dell’amianto del Belgio. «Una partecipazione simbolica», spiega Alessandro Pugno, casalese, attivista antiamianto, che quest’anno prenderà parte alla corsa con Edoardo Francia, anche lui monferrino: «Ogni anno l’ABEVA stampa una maglietta dedicata alla corsa e cerca di mandare un messaggio sul problema amianto: sia per messa al bando sia - in senso positivo - su sport e salute». 

Anche i casalesi indosseranno una maglietta con la scritta «Stop all’amianto» e correranno con la bandiera «Amianto giustizia» che è stata il simbolo del Processo Eternit e - in generale - della lotta casalese, fa sapere lo stesso Pugno. 

Lo scopo della mobilitazione della associazione belga è proprio evitare che la questione amianto cada nel dimenticatoio; combattere la rassegnazione alla ingiustizia sulla «strage infinita», affinché si continui - insomma - a parlare del problema causato dall’asbesto in Belgio e in tutto il mondo e si ribadiscano una volta di più gli obiettivi comuni a tutte le associazioni: ottenere giustizia e risarcimenti a favore delle vittime e delle loro famiglie, chiedere la messa al bando dell’amianto senza eccezioni; portare a termine le bonifiche e - fondamentale! - un maggior impegno sul fronte della ricerca scientifica. 

Ma la corsa vuole al tempo stesso ribadire che in molti casi anche chi ha subito danni può e deve continuare a vivere una vita il possibile più normale. Eric Jonckheere volto della lotta all’amianto in Belgio, nei mesi scorsi ha esteso l’invito a partecipare anche ad altre associazioni di altre parti del mondo e Pugno ha raccolto la proposta. Lo stesso Eric, in prima linea contro l’amianto a causa della perdita di alcuni familiari per la polvere killer, ha placche pleuriche causate dall’asbesto, dice Pugno. Così come altri che partecipano alla corsa. 

Erik Jonckheere, ha iniziato la propria lotta nella ABEVA per ottenere giustizia sulla morte della madre, che a sua volta era già impegnata in una vertenza a causa della perdita di altri familiari. La famiglia Jonckheere ha vissuto vicino all’Eternit di Kapelle-opden-Bos, ed è stata quindi esposta all’inquinamento ambientale causato dalla lavorazione dell’amianto. 

La “20 km di Bruxelles 2019” si svolgerà il prossimo 19 maggio alle ore 10 e Pugno invita i casalesi e i monferrini ad aderire alla iniziativa.
Intanto sembra imminente la chiusura delle indagini (subito dopo Pasqua, pare) del processo Eternit bis a cui stanno lavorando i pm Roberta Brera e Francesco Alvino, insieme al magistrato Gianfranco Colace che aveva già istruito il primo processo con il pool di Guariniello a Torino. La Procura di Vercelli potrebbe allinearsi a quella di Napoli e procedere contro Stephan Schmidheiny per omicidio doloso anziché colposo evitando così la prescrizione di molti dei circa 400 casi che fanno parte dell’istruttoria. 


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