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Regione Piemonte

Una raccolta fondi per recuperare i beni confiscati alle mafie

L'iniziativa di Libera coinvolge anche Cascina Graziella a Moncalvo

L’iniziativa solidale si chiama “Restituiti, a tutte!” ed è “un Crowdfunding

Una raccolta fondi per rendere tre importanti beni confiscati alla mafia accessibili a tutti. Tra questi, dei tre selezionati in Piemonte, troviamo Cascina Graziella di Moncalvo o, più precisamente la “Casa delle Rose”, un appartamento su due livelli, un tempo appartenuta a un esponente di Cosa nostra, che Libera vorrebbe dotare di una rampa di accesso. 

L’iniziativa solidale si chiama “Restituiti, a tutte!” ed è “un Crowdfunding, sulla piattaforma Starteed, lanciato l’11 febbraio scorso e attivo fino al 7 marzo, al fine di raccogliere risorse per beni liberi da ogni barriera” spiega Isabella Sorgon, referente astigiana di Libera. “Alcuni di questi beni comuni, nonostante l’impegno e il lavoro di chi li gestisce, non sono completamente attrezzati per permettere a persone con disabilità psico-motorie di poter agevolmente partecipare alle attività che ospitano – prosegue Sorgon -, ma per farlo abbiamo bisogno del sostegno della cittadinanza e l’obiettivo è quello di raccogliere 10 mila euro per intervenire sulle strutture”.

Proseguono intanto i lavori a Cascina Graziella, il grande casolare di inizio Ottocento immerso tra le colline di Santa Maria, frazione di Moncalvo. Da casa del mafioso diventerà casa delle donne. 

Nella manica corta del fabbricato a due piani, circondato da terreni agricoli, c’è un rustico che nel 2021 ospiterà donne sole, o con figli, che hanno terminato il percorso di recupero contro la violenza. Sarà cioè riservata a quelle donne che, dopo aver denunciato il proprio maltrattante e trovato ospitalità in un luogo protetto, si accingono a riprendere una vita autonoma. Non ricominceranno da sole, ma nella Casa delle Rose, con la supervisione a distanza di un operatore specializzato, in modo da giungere a un reinserimento graduale accompagnato. La Casa delle Rose è un progetto pilota finanziato per intero dalla Regione Piemonte (150 mila euro tra il 2016 e il 2019) e realizzato dall’Associazione Rinascita a cui, nel 2006, il Comune di Moncalvo ha affidato Cascina Graziella per vent’anni, a titolo gratuito, con il vincolo di utilizzarla per scopi sociali.


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