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Presentazione
Il vigneto e l’infernot: le icone “ying” e “yang” delle "Colline di Carta"
La presentazione del volume di Silvia Perosino a Fubine Monferrato
Il vigneto, “ordinato”, e l’Infernot, “nascosto”, “cunicolare”, “imprevedibile”: sono due elementi complementari della stessa realtà, due “opposti” che si attraggono, lo “ying” e lo “yang” del Monferrato. Le icone del nostro territorio fanno il loro ingresso nei sei capitoli di “Colline di Carta”, il volume di Silvia Perosino, edito e promosso dal Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” della Presidente Emiliana Conti, che questa domenica ha fatto tappa al Cantico dei Capperi, all’interno del suo tour promozionale. La presentazione del libro, organizzata da Monferrato 2020 diretta da Stefano Barbero, è rientrata nel calendario di festeggiamenti del Patrono San Cristoforo.
In dialogo con il giornalista Mattia Rossi, Silvia Perosino, alla sua prima esperienza editoriale per i Marchesi del Monferrato, ha svelato l’origine e approfondito i contenuti salienti del libro, incontro fra saggio, romanzo e autobiografia, definito un “canto d’amore” verso i territori di Langhe, Roero e Monferrato – il cui status Unesco si avvicina al primo decennale, ma anche una “mappa emozionale” e “sensoriale” densa di ricordi tradotti in rumori, odori e sapori. A collegare i sei capitoli è una linea rossa rappresentata dalla rilettura, intrapresa dall’autrice stessa, di romanzi storici, storie e racconti le cui suggestioni culturali e geografiche vengono rielaborate con originalità nel “microcosmo” dei Paesaggi Vitivinicoli Patrimonio dell’Umanità.
Spiccano, ad esempio, “La cura delle vespe”, novella dal Marcovaldo di Italo Calvino con cui la scrittrice abbozza un itinerario da Asti a Monticello d’Alba sulla “via del miele” o “Le dame dipinte”, romanzo storico di Rosellina Piano, fonte di ispirazione per un tour Asti-Casale. Un viaggio nel tempo e nello spazio, da gennaio a dicembre seguendo il trascorrere delle stagioni, dal Roero al Monferrato Casalese passando per Langhe e Astigiano, nel quale Silvia Perosino innalza i pilastri identitari, i “genius loci” delle terre protagoniste, senza mirare all’obiettivo della pura guida turistica. Ruolo fondamentale riveste la dimensione della terra, l’elemento cardine del codice identitario frutto dell’ingegno e della maestria delle donne e degli uomini di Langhe, Roero e Monferrato.
Nella fattispecie nostrana, la tipicità a tavola, radicata nel vino e nel miele, si intreccia con l’eccellenza degli Infernot, usciti da quasi ormai un decennio da retaggio folkloristico locale verso orizzonti culturali e persino antropologici di più ampio respiro. Terra, ma anche acqua. Il ricordo dell’antichissimo Mare Padano che ancora oggi ci restituisce fossili e conchiglie rivive nell’itinerario di “TerrEmerse”, l’esposizione diffusa della scultrice casortina Giorgia Sanlorenzo fra le viti e i colli di Astigiano e Alessandrino.
In “Colline di Carta” i fossili degli antichi abitanti acquatici del Piemonte, collocati in suggestive e anche “nascoste” location a formare un’ideale “via del mare”, compongono un esempio di turismo di prossimità, capace di attrarre un pubblico “locale” che tuttavia vuole riscoprire le bellezze a lui limitrofe e non alla diretta portata di mano. Il volume approda, infine nel pieno del dicembre natalizio, all’Abbazia di Vezzolano, sede del celebre presepe artigianale di Anna Rosa Nicola, rappresentazione della natività in salsa squisitamente piemontese al pari di un’altra “specialità” tradizionale delle feste, Gelindo.
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