Crisi, aumentano i suicidi: da inizio anno si sono tolti la vita 70 imprenditori
di Alberto Marello
Sono in aumento le persone che decidono di togliersi la vita.
E in questo preciso momento storico la causa principale è l’economia. Imprenditori, liberi professionisti, artigiani, agricoltori e lavoratori dipendenti si suicidano perché le loro aziende, le loro attività e il loro posto di lavoro sono svaniti nel nulla. Distrutti da un tornado invisibile, da un terremoto immobile che però è capace, in pochi mesi, di dissolvere gli sforzi economici e intellettuali di anni se non di intere generazioni.
Secondo “Il Sole 24 Ore”, dal primo di gennaio ad oggi, sono 70 gli imprenditori che hanno deciso di togliersi la vita perché si sentivano impotenti davanti alla recessione economica che stiamo vivendo.
Secondo l’Associazione Artigiani Piccole Imprese di Mestre, in Italia, dal 2008 al 2010, il tasso di suicidi dovuto ad una situazione congiunturale sfavorevole è aumentato del 24,6% mentre i tentativi, sempre collegati a difficoltà economiche, sono saliti del 20% circa.
Oggi, venerdì 4, a Bologna scenderanno in strada le vedove degli imprenditori che si sono tolti la vita a causa dalla crisi economica. Le donne si sono unite su proposta di Elisabetta Bianchi, figlia cinquantenne di un imprenditore che ha deciso di farla finita, e il luogo in cui manifesteranno la loro rabbia e il loro dolore, il capoluogo emiliano, non è casuale. In testa al corteo ci sarà Tiziana Marrone, vedova di Giuseppe Campaniello, «il piccolo imprenditore edile di Ozzano d’Emila - scrive “Il Sole 24 Ore” - che lo scorso 28 marzo si è dato fuoco davanti all’ingresso dell’Agenzia delle Entrate». Campaniello è morto nove giorni dopo al Cto dell’ospedale di Parma.
E la paura che l’emulazione prenda piede in momenti di sconforto, ha smosso anche la politica, ritenuta una delle colpevoli principali dello stato di disagio economico. In particolar modo quella locale.
Marco Botta, consigliere regionale del Pdl, ha presentato un’interrogazione per chiedere di istituire un punto di appoggio per prevenire e aiutare chi non vede vie d’uscita: «Ritengo di primaria importanza che la Regione Piemonte istituisca un numero verde regionale per gli imprenditori in crisi - ha detto Botta - una sorta di sportello anti-suicidi per i piccoli e medi imprenditori sopraffatti dal difficile momento economico, con il fine di fornire un supporto tecnico-burocratico e psicologico, aiutando gli stessi imprenditori a comprendere da chi è composta la lista dei creditori, se esistano le risorse per saldare i debiti e gli eventuali strumenti per reperirli. È necessario un supporto psicologico, poiché questo aspetto è fondamentale al fine di prevenire situazioni irrimediabili ed eventi tragici».
Un’idea già messa in pratica da Laura Tamiozzo, figlia di un imprenditore suicida, che lunedì 16 aprile, a Vigonza, in provincia di Padova, ha fondato l’associazione “Speranza al Lavoro” che vuole «dare sostegno morale e materiale a tutti quegli attori del mondo del lavoro che vedono il loro futuro minacciato se non già distrutto dalla crisi».
Un’iniziativa che è piaciuta alla federazione provinciale di Alessandria del Partito Socialista Italiano che ha voluto ribattere il messaggio: «Dalle frequenze di Radio 24, Laura Tamiozzo ha auspicato che in ogni provincia, le Camere di Commercio, le amministrazioni Provinciali, le Prefetture principalmente ma pure le associazioni di categoria e sindacali, attivino anch’essi un numero verde e un servizio di sostegno psicologico e possibilmente economico per tutti coloro che si trovino ad affrontare difficoltà, provincia per provincia, città per città».
«Aderiremo a questo programma - ha commentato il presidente della Camera di Commercio di Alessandria Piero Martinotti - ma la problematica vera non è più locale. Ora aspettiamo l’intervento del sistema Paese e dell’Europa». In un periodo in cui, in Europa, molti paesi sono nel pieno delle campagne elettorali per la nomina dei nuovi vertici governativi, Martinotti auspica velocità nel trovare presto soluzioni che non siano solo «restrittive» per un «giusto contenimento dei debiti sovrani» ma capaci di creare posti di lavoro.
In dieci anni il potere di acquisto degli italiani è diminuito di oltre il 40% e a livello locale si prevede un 2012 nero per l’economia. «Le nostre aziende - ha detto Martinotti - ci stanno mettendo la faccia, il portafogli e in alcuni casi la salute. La situazione non è più tollerabile».