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Festival della Virtù Civica

«I problemi dell’ambiente? Tutti facciano la loro parte»

L’incontro con Grammenos Mastrojeni

“Essere o avere?”. Si potrebbe ritrovare in un dilemma quasi amletico la risoluzione per combattere i cambiamenti climatici che, giorno dopo giorno e sempre più, stanno minacciando il pianeta aprendo le porte ad un vero e proprio cataclisma a partire dal 2030, così come preannunciato da solidi studi e previsioni scientifiche condotte a livello internazionale.

Se ne è parlato sabato scorso all’Istituto d’Istruzione Leardi, in occasione del convegno “Dopo la Cop 26: energia e cambiamenti climatici, innestare un percorso virtuoso”, nell’ambito del Festival della Virtù Civica. Ospiti e relatori sono stati: Grammenos Mastrojeni, insegnante universitario di Ambiente e Geostrategia, coordinatore per l’ambiente della Cooperazione allo sviluppo, vicesegretario aggiunto dell’Unione per il Mediterraneo e scrittore, Manuele Degiacomi di Ecofficina e di Angelo Porta vicepresidente Legambiente Piemonte e Val d’Aosta. Moderazione del giornalista Marco Fratoddi e intervento di Vittorio Giordano di Legambiente.

Un incontro, non tanto incentrato sul problema e sull’invito alla riflessione ma, prevalentemente motivazionale per stimolare il cambiamento degli stili e delle abitudini di vita, rendendole maggiormente in sintonia col pianeta.

“In presenza di grandi problemi è pensiero comune che a ritrovare soluzioni debbano essere i grandi della terra – ha esordito Mastrojeni; - certamente, istituzioni, governi e organizzazioni, in generale, hanno responsabilità precise e puntuali, ma se vogliamo scongiurare la crisi climatica, dobbiamo presto cambiare comportamenti e abitudini individuali e quotidiani a ricaduta collettiva. Prendendo a prestito la matematica e partendo dal principio di proporzionalità, ecco venir fuori la soluzione al dilemma amletico: il benessere del pianeta è direttamente proporzionale al benessere della persona, ergo, l’avere è inversamente proporzionale all’essere. L’eccesso, di qualsivoglia natura, fa male alla persona e al pianeta, mentre il benessere sostenibile della persona equivale a quello dall’ambiente, della società, della giustizia e della pace. Il tutto, ben espresso anche i relazione alla curva dell’utilità marginale rispetto alla quale, ogni unità supplementare di beni posseduti porta un giovamento decrescente negativo, accentuando il divario tra finalità dichiarata ed effettiva”. Insomma, tutto è strettamente interconnesso, correlato e proporzionale.

Per meglio rendere l’idea, il relatore ha prodotto esempi semplici e concreti a partire da alimentazione e beni. Eccessi e scelte errate fanno male alla persona e all’ambiente. Al contrario: “nutrirsi in maniera corretta equivale a spendere meno, a salvaguardare la salute evitando impatti sociali e sanitari importanti, a produrre meno rifiuti e a garantire maggiore equità e pace nel mondo. Siamo al top del benessere se siamo in armonia col nostro sistema – ha sottolineato Mastrojeni. Secondo recenti studi dell’ Ocse è stato certificato che gli studenti con regime alimentare salutare hanno il 13% in più di successo in ambito scolastico e lavorativo. Essere sostenibili, dunque, significa rinunciare all’eccesso che fa male, consentendone la ridistribuzione in un sistema invece deficitario.

A fronte di circa 10miliardi di persone nel mondo, da un canto ce ne sono circa 2 miliardi interessate da sovralimentazione, quindi, obesità, diabetici e malattie cardiovascolari; dall’altro, quasi un miliardo sottonutrite. Due polarizzazioni, entrambe, negative a livello sociale e umano, con forti impatti economici. La sfida è tutta entro i prossimi dieci anni. Dopo, sarà troppo tardi.

Di transizione in termini di contrasto al cambiamento climatico ne ha poi parlato Porta portando alcuni esempi sul territorio piemontese e ricordando quanto sia importante muoversi con correttezza onde evitare di far pagare i costi delle transizioni stesse a chi non ha i soldi.