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La storia della Casa di Riposo
Un'Orsola Caccia inedita: il Bambin Gesù adorato da Sant'Antonio
Visita della storica dell'arte Antonella Chiodo
In questi giorni in cui l’arte moncalvesca è alla ribalta della cronaca, un’opera di Orsola Maddalena Caccia, conservata nella Sala del Consiglio di Ospitalità CDR Casale, poco conosciuta e quasi mai citata nella produzione bibliografica, è oggetto di attenzione da parte di una delle più conosciute esperte della pittura di Orsola: Antonella Chiodo, storica dell’arte piemontese (originaria di Cigliano) con importanti collaborazioni italiane e internazionali (Getty Research Institute in Los Angeles) attualmente curatrice dell’archivio Vittorio Cini della Fondazione Giorgio Cini di Venezia.
L’invito alla studiosa si inserisce nelle attività del Terzo Centenario di Fondazione della Congregazione e dell’Ospedale di Carità, volte alla valorizzazione del patrimonio storico -artistico dell’A.P.S.P. Il quadro proviene dalla Chiesa di San Giorgio posta nella Cittadella, le cui prerogative di parrocchia decretate il 24 gennaio 1602, confluiscono, con lo smantellamento dell’imponente struttura, nella chiesa della nuova costruzione dello Spedale di Carità.
E con esse anche il corredo artistico e liturgico. Era stato commissionato da Antonio Gambera Governatore della Cittadella morto nel 1659 (si ringrazia Luigi Mantovani dell’archivio storico comunale collegato a distanza ma “in diretta” con Manuela Meni per una prima verifica in tempo reale) e posizionato nell’altare di Sant’Antonio appena rinnovato. La devozione a Sant’Antonio da Padova è storicamente presente nella famiglia Gambera, che già ai tempi di Bernardino aveva in Cattedrale un altare dedicato all’Assunta e al Santo come pure un forte legame con la chiesa di Sant’Antonio (e ben sei frati di Sant’Antonio intervengono come testimoni nel testamento di Antonio Gambera in data 28 giugno 1659).
Antonella Chiodo che si occupa di Orsola Maddalena Caccia e del padre Guglielmo dalla tesi di laurea (venti anni or sono) vedendo per la prima volta il quadro conservato in CDR e ammirandolo per alcuni particolari raffinati così commenta: “L’interpretazione che la pittrice dà di Sant’Antonio che adora il Bambino è quella del momento in cui il Santo porta al petto affettuosamente Gesù contornato da angeli che recano in mano i tipici fiori che Orsola ama dipingere. In particolare un putto in basso a destra [proprio sotto lo stemma dei Gambera] trattiene il cordone di Sant’Antonio a dare un’ulteriore immagine di familiarità e intimità tra il Santo e il Devoto. E’ un’opera molto bella che si aggiunge al catalogo della pittrice”.
Commenta inoltre: “Venti anni fa quando ho iniziato a lavorare su questa pittrice, nessuno avrebbe scommesso su di lei, di cui si conosceva pochissimo : era la figlia del grande Guglielmo. E ora è acclamata e desiderata anche da grandi musei e collezioni come il Metropolitan Museum di New York, che ha ricevuto inaspettatamente in dono tre opere di Orsola o come hanno evidenziato le mostre a Washington. Attualmente Orsola con un’opera (proveniente dalla parrocchia di Moncalvo) gareggia in bellezza con Artemisia Gentileschi e con le altre più famose artiste donne tra Cinque e Seicento. In questi anni ricostruendo il catalogo della pittrice ma anche della sua vita, ho percorso un cammino ricco di scoperte, di incontri con luoghi e persone del Monferrato che mi sono entrati nel cuore. Mi sento debitrice con questo territorio da cui sono partita per le mie ricerche. Mi senti ispirata e il mio obiettivo principale è finire il libro su Orsola. E inserirò il quadro visto oggi”.
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