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Un triste anniversario: 17 anni fa l'alluvione in Monferrato

Era domenica 15 ottobre quando l'acqua del Po allagava città e paesi

Domenica 15 ottobre ricorre il triste anniversario dell’alluvione di Monferrato. Diciassette anni fa era proprio domenica quando l’acqua del Po allagava città e paesi monferrini.

A Massimo De Bernardi, vice presidente e portavoce C.AL.CA. (Comitato Alluvionati del Casalese) abbiamo chiesto cosa manca per avere maggiore sicurezza: «Passano gli anni, passano le amministrazioni e cambiano gli assessori alla Protezione Civile ma sono almeno 12 anni che chiediamo che il Piano Comunale di Protezione Civile sia pubblicato e divulgato alla popolazione in modo da informare nel dettaglio quali allarmi, comportamenti e in che luoghi andare in caso di emergenza alluvionale. I sindaci di Genova prima e probabilmente ora di Livorno sono indagati per la mancata e corretta informazione alla propria popolazione».

Veniamo ai lavori: «Occorre completare i progetti di difesa con le verifiche dei livelli idrometrici ed effettuare, ove necessari, i rialzi arginali soprattutto tra i due ponti cittadini. L’arretramento dell’argine presso Cascina Consolata quando verrà costruito? È dal 2010 che sono stati stanziati i fondi e il nuovo argine è stato considerato un’opera necessaria per abbassare di 30 cm i livelli idrometrici... 30 cm sembrano una inezia ma per 30 centimetri nel novembre di un anno fa Alessandria non è stata nuovamente alluvionata».

Inoltre: «Occorre effettuare la necessaria manutenzione del fiume Po e dei rii minori asportando dove necessario sovralluvionamenti (ghiaia) e vegetazione che impediscono il regolare deflusso delle acque. Perché sullo Scrivia si può prelevare ghiaia per 3,5 milioni di euro ed effettuare poi in compensazione lavori fluviali per lo stesso importo e qui da noi ciò non è possibile?».

E ancora: «Bisogna regolamentare l’apertura e il flusso delle acque proveniente dalle dighe esistenti a monte del fiume Po».

E ora veniamo alle casse di laminazione: «Quelle proposte a suo tempo dall’Autorità di Bacino erano state bocciate dalla Provincia di Alessandria e dai Comuni del casalese per la scarsa funzionalità e l’elevata pericolosità. Perché si sono impiegati oltre 12 anni a preparare la variazione del PAI? Perché oggi vi sono più limitazioni urbanistiche rispetto a 15 anni fa?»

Il “caso” ATC: «È stato verificato come sono stati spesi, due o tre anni fa, i fondi adibiti alla manutenzione interna di quattro alloggi di una casa in via Adam? Perché non si è fatta invece la manutenzione esterna come richiesto più volte dai residenti del palazzo e dai residenti di Oltreponte? Il risultato è sotto gli occhi di tutti con il palazzo di via Adam recintato e transennato da più di un anno a causa della caduta di pezzi consistenti del cornicione».

E su Oltreponte una riflessione: «Il quartiere riteniamo sia più sicuro oggi che nel 2000. Certamente ogni abitazione vicina ad un fiume è sottoposta ad un possibile rischio ma sono milioni i residenti in riva al fiume Po e gli argini sono costruiti, collaudati, controllati per resistere alle piene (anche quelle straordinarie) e non devono collassare come avvenuto nel 2000. Ad Oltreponte era nata la zona industriale di Casale con fabbriche e stabilimenti storici (Marietti/Smyth/Gaiero/Bonzano)... vi è ancora la Cerutti importante società di Casale che dà lavoro a tanta gente... dobbiamo pensare che gli amministratori comunali nel dopoguerra erano tutti incompetenti? Oggi siamo circa 2.800 residenti ad Oltreponte, le nostre abitazioni non sono in aree golenali e ad oggi non vi sono leggi adeguate e fondi per spostare così tante persone. Prima di pensare a questo vi sono molte altre questioni e osservazioni da prendere in considerazione per la sicurezza idrogeologica. Per aumentare la sicurezza di Oltreponte è necessario effettuare ampi fornici/aperture sul rilevato ferroviario che nel 2000 ha creato l’effetto diga (abbiamo segnalato questa proposta da almeno quattro anni ma nessuno l’ha presa in considerazione... salvo poi accorgersi della soluzione in piena emergenza)».

Infine il capitolo assicurazioni contro le calamità: «Per chi è interessato occorre verificare quale compagnia assicurativa le attua (per ora sono poche…) e trovare il prodotto giusto verificando quali rischi vi siano nelle clausole e franchigie».


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Marco Imarisio

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