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  • 16 dicembre 2018
  • Casale Monferrato

Indagine congiunturale

Meno ottimismo nel 2018 per le imprese artigiane

Le aziende che prevedono di assumere apprendisti scendono dall’1,42% all’1,12%

La quarta indagine trimestrale congiunturale del 2018 di Confartigianato Imprese Piemonte, è contraddistinta da un minore ottimismo, che riflette le perplessità sul futuro della nostra economia. Per quanto riguarda l’andamento occupazionale la positività del saldo si riduce sensibilmente scendendo dal 9,03% al 5,11%. Le aziende che prevedono di assumere apprendisti scendono dall’1,42% all’1,12%. Le previsioni di produzione totale presentano una riduzione della positività del saldo che si riduce dal 13,11% all’11,05%. Viceversa, il saldo dei nuovi ordini migliora, salendo dal 2,68% al 4,42%. Le stime di carnet ordini superiore ai tre mesi scendono dal 3,45% all’1,12% denotando una maggiore difficoltà a programmare sul medio periodo. Per quanto concerne i nuovi ordini per esportazioni, il saldo torna in terreno positivo, passando dal -0,06% al 4,76%.

Le imprese che intendono procedere ad investimenti per ampliamenti scendono dal 5,98% al 4,85%. Le stime di investimenti per sostituzioni scendono dal 24,76% al 22,45%. Le aziende che non prevedono investimenti salgono dal 32,15% al 44,15%. Le previsioni di regolarità negli incassi scendono dal 72,28% al 68,75%.

«Le previsioni degli artigiani piemontesi – commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte - denotano alcune incertezze e preoccupazioni per il futuro. Su ciò pesano indubbiamente il rallentamento dell’economia mondiale e, soprattutto, la situazione politica italiana, con i non facili rapporti con l’Unione Europea e il rischio di una procedura d’infrazione. Confidando nel senso di responsabilità del Governo e delle forze politiche tutte, e senza entrare in valutazioni che non ci competono, riteniamo che un forte impulso all’economia del Piemonte possa venire da un’effettiva politica di rilancio degli investimenti infrastrutturali, indispensabili al miglioramento della competitività delle imprese, all’attrattività dei territori ed al potenziamento dei collegamenti con l’Europa. Porti, ferrovie, centri intermodali sono essenziali. La realizzazione delle grandi opere e la conservazione dell’esistente può dare alle piccole e medie imprese, molte delle quali artigiane, importanti occasioni di lavoro e di crescita di attività e di occupazione. Cito a titolo di esempio la ferrovia Torino – Lione, il Terzo Valico, la ricostruzione del ponte di Genova».


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