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Una compagnia Usa nel lontano 1918: «Lavorano l'amianto? Non assicurateli!»

Trentaseiesima udienza ieri, lunedì, del Processo Eternit. Seduta iniziata con l’audizione di Luigi Mara e Bruno Thieme consulenti tecnici di parte civile (ALLCA, Associazione lavoratrici, lavoratori chimici affini e Medicina Democratica). Mara e Thieme si sono soffermati sulla «evoluzione delle conoscenze scientifiche relativa alle proprietà tossiche e cancerogene dell’amianto», e una volta di più è emerso come da decenni siano chiari gli effetti cancerogeni dell’amianto, effetti ignorati e mistificati – secondo le tesi dell’accusa – dall’Eternit. Una relazione incisiva Una relazione - quella di Mara - concisa, precisa e piena di riferimenti storici che ha preso le mosse dai primi morti a causa delle lavorazioni dell’amianto, databili al 1890, per arrivare ai giorni nostri. Mara si è soffermato su un episodio già ricordato in aula, quello che vide la British Asbestos - nel 1906-1907 - trascinare in Tribunale il direttore del Canavese perché aveva scritto sulle troppe morti dei lavoratori di una fabbrica che utilizzava amianto. Venne assolto ribadendo la nocività dell’amianto. Una lunga storia di studio e attenzione che porta in Francia e nel Regno UNito dove si registrano morti nella manifattura da amianto già alla fine dell’Ottcento, e poi - ancora - in Inghilterra nei primi del Novecento. Lavorano l'amianto? Non assicurateli! «Nel 1918 una compagnia di assicurazioni americana sconsiglia di assicurare sulla vita i lavoratori del settore amianto», e dal 1927 si usa il termine «asbestosi»; dal 1930 nel Regno Unito si evidenzia la necessità di contenere le polveri ritenendola la prima e più importante misura preventiva. E dagli Anni Trenta se ne parla anche in Italia. Il carcinoma polmonare Anche per il carcinoma polmonare il «primo nesso di causalità viene descritto nel 1935 negli USA e in Inghilterra, e in Germania dal 1938 è considerato malattia professionale, indennizzato dal 1942», ha ricordato Mara. In Italia il nesso lo si stabilisce dal 1946, nesso dimostrato «in modo implacabile» da Doll nel 1955, mentre nel 1978 Selikoff evidenzia l’effetto sinergico di amianto e fumo. Lo studio del 1964: mai sentito? Per il mesotelioma il discrimine può senz’altro essere considerato lo studio di Wagner, mentre «nel 1964 in uno studio di Vigliani, Mottura e Maranzana in Piemonte e Lombardia svolto su 24.700 autopsie vengono identificate fra il 1944 e il 1963 879 asbestosi (di cui 830 in Piemonte). Singolare sentir dire che c’erano ancora incertezze», ha commentato Mara riferendosi alle tesi dei periti della difesa. Ma con la conferenza di New York del 1964 è universalmente accettato anche il nesso amianto-mestelioma. Pesante il tributo pagato a questa patologia: 600 casi l’anno in Italia tra il 1980 e il 1983, che salgono a 900 ha detto il consulente di Medicina Democratica - per il periodo 1988-1997. Dove si è lavorato l’amianto i tassi di mortalità sono molto più elevati, fino a cinque volte la media nazionale. Più si è esposti, prima ci si ammala In letterratura anche la questione della latenza, il periodo che passa tra l’esposizione e l’insorgere della malattia. I più esposti sono anche coloro che si ammalano prima, ha ricordato Mara. Così come per la questione dell’incidenza: maggiore l’esposizione, maggiore il numero di malati che si riscontra. Mara ha poi ricordato che nei propri studi, spesso citati in aula, Corrado Magnani ha evidenziato - relativamente ai cittadini - anche il nesso tra la vicinanza allo stabilimento e l’insorgere di malattie causate dall’amianto. Il nesso dose-risposta «Anche l’ACGIH una associazione privata di igienisti americani fortemente condizionata dalla grande industria - ha poi aggiunto Mara - ha messo in evidenza il nesso dose-risposta, vale a dire maggiore esposizione-maggiore rischio. «Notizia singolarmente omessa dai periti della difesa», ha commentato Mara. Mara ha infine ricordato che l’amianto è responsabile dell’incremento anche di altre forme tumorali - cm si afferma una monografia dello IARC (International Agency for Research on Cancer) del 2009 - come il cancro della laringe e delle ovaie, del colon e dell’esofago, annunciando che nei prossimi giorni depositerà una relazione dettagliata con tutti i riferimenti. Forti critiche da parte di Mara all’indirizzo di Chiappino, autore di un lavoro ampiamente disconosciuto nell’aula di Torino da tutti i periti della Procura e delle parti civili sia soprattutto per quanto riguarda la teoria delle fibre fini e ultrafini. Chiappino - ha detto - Mara aveva citato uno studio a sostegno della propria tesi, ma proprio in quello studio si evidenziava la presenza di fibre molto più grandi e si definiva «assai debole» la teoria delle fibre ultracorte e ultrasottili. La seconda consulente Altra relazione svolta da Donata Bellis, anatomo-patologa, che si è soffermata sul cancro al polmone in relazione all’esposizione all’amianto. Incidenza maggiore in Piemonte e in particolare nella zona di Casale e Valenza - ha sottolineato la ctu della Procura - che si è soffermata sull’effetto moltiplicatore del rischio comportato dal fumo, negando che debba esservi una asbestosi per attribuire il carcinoma all’amianto, rimarcando l’effetto dose-risposta e che tuttavia non esiste una soglia minima sotto la quale si può ritenere innocua l’esposizione all’amianto. La nuova documentazione In apertura di udienza gli avvocati Oberdan Forlenza e Roberto Nosenzo hanno depositato nuova documentazione per molte parti offese, allo scopo di dimostrare i danni subiti. Analogamente altri avvocati hanno presentato referti medici, certificati di residenza e tutto quanto atto a comprovare l’esposizione e i danni subiti o come lavoratori o come cittadini dalle parti civili di cui il difensore di De Cartier aveva chiesto l’esclusione dal processo. Documenti non tutti pertinenti l’elenco Zaccone, ma comunque orientati a dimostrare il disastro causato dall’amianto dell’Eternit. La prossima settimana Due udienze in calendario (lunedì e martedì) la prossima settimana. Verranno sentiti nella prima giornata i medici proposti dall’accusa sulla questione relativa alle diagnosi dell’asbestosi e due medici delle parti civili tra cui la casalese Daniela Degiovanni. Poi si passerà ai periti della difesa nonostante il legale di Louis De Cartier (imputato con Stephan Schmidheiny per omissione di misure antifortunistiche e disastro doloso continuato) abbia chiesto tempo per valutare i nuovi documenti. «Ai documenti si replica con altra documentazione», ha chiarito il presidente del Tribunale Giuseppe Casalbore, e intanto le consulenze devono andare avanti secondo il calendario. Salta l’udienza del 14 febbraio Salta invece l’udienza del 14 febbraio in quanto il collegio del tribunale non potrà essere al completo.

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Stefania Lingua

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