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Cerrina Monferrato
Ha spento 105 candeline il carabiniere reale Renato Quaglia
Originario di Piancerreto si arruolò nell'Arma a soli 19 anni

Centocinque candeline, martedì 25 aprile, per il Carabiniere Reale Renato Quaglia, originario di Piancerreto (Cerrina Monferrato) e tuttora in invidiabile forma e lucidità, ospite di una residenza per anziani a Garessio. Arruolatosi nell’Arma dei Carabinieri a 19 anni, Renato svolse servizio al Palazzo Reale di Torino e in Alto Adige. Inviato sul fronte greco-albanese durante la Seconda Guerra Mondiale, venne fatto prigioniero dalla Wehrmacht e rinchiuso nel lager di Strauberg in Brandeburgo. Nel marzo del 1945 venne liberto dagli alleati e trasferito nel Campo di Raccolta di Luchenwalde gestito dall’Armata Rossa. Nel settembre del 1945 riuscì a tornare in Italia dove concluse la sua carriera nell’Arma col grado di Maresciallo Capo.
Per il suo 105mo compleanno, gli sono giunti gli auguri più belli dal monferrato, recapitatigli dalla piancerrettese Paola Cornaglia, sorella del sindaco Marco. Un augurio che sottolinea, altresì, l’orgoglio di averlo annoverato tra i propri concittadini, apprezzandone l’impegno profuso nella vita al servizio dello Stato “con ampio senso del dovere e nel rispetto della Costituzione”. Di Casa Carisio, nido del suo natale, Quaglia conserva ancora vividi i ricordi così come il grande desiderio di potervi tornare entro la fine dell’estate. Tra i suoi interessi adolescenziali, Renato fu primo violino del Complesso Musicale di Montaldo; passione ereditata dal nonno paterno (suonatore di basso a tuba) e dal padre (fisarmonica e trombone), mentre gli zii suonavano il trombone, il genis e la cornetta; un altro zio era anche compositore. Tutta la sua vita è raccolta in una pubblicazione andata in stampa nell’aprile del 2019 e messa nero su bianco con spirito temerario, quello che il Vate D’Annunzio, plasmò nel motto: “Memento Audere Semper”.
Duecentosessantadue pagine che parlano delle origini, del reclutamento nell’arma dei Carabinieri Reali, della promozione e dei servizi provvisori a Padova e in Trentino Alto Adige, della guerra italo-greca in Albania, dell’occupazione della Grecia, di quando fu internato militare in Germania (1943-45), del rimpatrio e della riammissione nell’Arma dei Carabinieri. Un’appassionata e intensa narrazione che chiosa prendendo a prestito le parole di Giacomo Leopardi per esprimere l’amore per la sua terra natia che, un domani, lo riaccoglierà: Monferrato* “… alma o terra natia, la vita che mi desti, ecco ti rendo!...”.
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