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Educazione e rispetto

A Camagna la Settimana di Promozione della Lettura

Appuntamento conclusivo domenica scorsa nei locali della biblioteca civica

L'incontro che si è tenuto nei locali della biblioteca civica a Camagna

La Settimana di Promozione della Lettura ha calato il sipario domenica pomeriggio, nei locali della Biblioteca Civica “Donatella Cabiati”, con un confronto fra Ilaria Baldini e Monica Lanfranco nel segno del tema “Dalla cultura del dominio alla cultura della relazione.

Come educare alle relazioni affettive fondate sul rispetto”. L’iniziativa, sostenuta dall’Amministrazione Comunale, dall’Associazione Camagna Paesaggi Arte Cultura e dal progetto di biblioteca diffusa Leggere Ovunque, ha vinto il bando 2024 di Associ&Rete.

Da oltre un decennio operatrice antiviolenza e counselor sistemica femminista, Ilaria Baldini si occupa di formazione e prevenzione della violenza maschile contro le donne nelle scuole e nelle aziende, in particolare per la Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate Milano (CADMI). Collabora con l'Associazione Resistenza Femminista ed è socia della casa editrice VandA, per la quale ha tradotto alcune delle penne caposaldi del femminismo, quali Julie Bindel, Carol Gilligan e Naomi Snider, e il libro portato all’attenzione del pubblico camagnese, “Pornland. Come il porno si è impossessato della nostra sessualità” di Gail Dines.

Allo stesso tavolo, entrambe introdotte dal Vicesindaco Luca Beccaria, ha fatto capolino la giornalista, blogger per “Il Fatto Quotidiano”, scrittrice e formatrice Monica Lanfranco, autrice dell’altro volume sotto i riflettori dell’incontro, “Mio figlio è femminista. Crescere uomini disertori del patriarcato”. Oltre a condurre corsi sulla comunicazione e il linguaggio non sessista, la risoluzione nonviolenta dei conflitti nel lavoro e nelle dinamiche collettive, Monica Lanfranco dirige dal 1994 il trimestrale femminista “Marea” e nel 2008 ha fondato Altradimora, luogo di seminari e incontri femministi operativo a Caranzano, frazione di Cassine, nell’Acquese.

“Pornland”, riassunto nella breve ma concisa digressione di Ilaria Bandini, traccia una parabola storico-sociologica dell’industria pornografica, la terza nel mondo per grandi numeri. Le pagine procedono dalla comparsa e diffusione delle riviste per adulti un tempo “sotto banco” – quali Penthouse o Playboy, all’onnipresenza della produzione a luci rosse nello sconfinato universo della rete. In particolar modo Internet ha assunto la responsabilità della deriva verso la disumanizzazione dell’altro e, soprattutto, la cultura dello stupro e della violenza sempre più “spinta”: un’estremizzazione che si riversa, nei casi più gravi, all’interno delle pratiche erotiche dello strangolamento e del soffocamento non fatali, pericolo di future e irreversibili menomazioni fisico-psicologiche della vittima.

Entra in gioco una sorta di normalizzazione delle “mani attorno al collo”. Gail Dines si addentra, quindi, nella commistione fra il porno e gli altri ambiti di consumo, dalla pubblicità all’editoria, fino all’intrattenimento di film e serie televisive. Prodotti, linguaggi, argomenti, contenuti, citazioni e dinamiche legate a doppio filo con il settore VM18 si ammantano e indossano le vesti di “cultura pop” la cui prima età di fruizione e consumo si è drasticamente abbassata dagli 11 ai 7 anni.

Quali sono le soluzioni per preferire e far prevalere l’approccio della “relazione” sull’atteggiamento del “dominio”, architrave della pornografia? È un vero e proprio “decalogo” quello messo nero su bianco da Monica Lanfranco ne “Mio figlio è femminista”. Pietre angolari della sua analisi sono l’insegnamento generativo e l’affiancamento. Se la famiglia, la scuola e la società abdicano e rinunciano al confronto e al dialogo diretti con le nuove generazioni, è alto il rischio, per i giovani, di incorrere nella solitudine oppure nella possibilità di reperire e adoperare altre fonti di informazione diverse da quelle relazionali.

Significativa è una ricerca, condotta dalla stessa Lanfranco, la quale ha rilevato un altissimo numero di adolescenti che hanno edificato il proprio bagaglio di nozioni e conoscenze sulla sessualità attraverso i siti web pornografici. Educazione, affiancamento e insegnamento possono fare la differenza e vincere la guerra “a bassa intensità” contro misoginia e patriarcato: l’autrice, in un capitolo ad hoc, invita, ad esempio, a coltivare l’amicizia fra ragazzo e ragazza in un’ottica di empatia, senso del limite e abbattimento della “possessività” del rapporto.


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