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Zona rossa

Agriturismi: ok all’asporto ma l’emergenza si fa sentire

«È importante aver chiarito che è possibile offrire pasti ai clienti»

«È importante aver chiarito che è possibile, negli agriturismi, offrire pasti ai clienti che vi alloggiano anche nelle zone rosse, come la provincia di Alessandria, dove la ristorazione è vietata». È quanto afferma Coldiretti Alessandria nel commentare positivamente la Faq del Governo che chiarisce i contenuti del DPCM consentendo senza limiti di orario la ristorazione solo all’interno della struttura ricettiva in cui si è alloggiati.

«Si tratta di una precisazione importante per i circa 70 agriturismi presenti in provincia di Alessandria - spiega Stefania Grandinetti presidente Terranostra Alessandria -.  Oltretutto, ricordiamo che le nostre strutture agrituristiche, spesso situate in zone isolate, hanno un numero contenuto di posti letto e ampi spazi sia all’aperto sia al chiuso per poter rispettare tutte le regole anti contagio». «In questo contesto – aggiungono il presidente e il direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo - è importante la possibilità di beneficiare dell’esonero dal versamento dei contributi previdenziali in agricoltura, protratto alla fine dell’anno, ma anche la possibilità di ottenere il contributo a fondo perduto con l’impegno superare tutte le difficoltà amministrative».

1300 aziende agrituristiche

«Apprezziamo l’intervento della Regione Piemonte che concede alle attività agrituristiche le stesse opportunità, in termini di vendita con asporto e consegna domicilio, previste per, ristorazione bar e caffetterie». Lorenzo Morandi, presidente di Agriturist Piemonte, esprime «soddisfazione per la decisione dell’assessore regionale al Turismo Vittoria Poggio che ha risposto positivamente alle richieste avanzate da Confagricoltura e Agriturist Piemonte per conto delle oltre 1.300 aziende agrituristiche operanti sul territorio subalpino».

«Nei giorni scorsi – dichiara il presidente di Agriturist Piemonte Lorenzo Morandi - avevamo evidenziato alla Regione le nuove difficoltà del comparto agrituristico, già duramente colpito dalle conseguenze del lockdown primaverile che, oltre all’attività di ristorazione, aveva danneggiato le fattorie didattiche a causa della sospensione dell’attività scolastica».

Pranzi e cenoni?

Ma come sarà il Natale ed il Capodanno al tempo della pandemia? Per Coldiretti le festività “senza brindisi” «potrebbero costare alla provincia di Alessandria circa 10 milioni di euro (1,2 miliardi di euro a livello nazionale) che sono stati spesi lo scorso anno in casa e fuori, solo per imbandire con vini e spumanti le tradizionali maxi tavolate delle feste di fine anno che rischiano di sparire per l’emergenza coronavirus».

«Il settore del vino e degli spumanti è quello più colpito a tavola dalle limitazioni dei festeggiamenti, si dovrà dire addio a pranzi e cenoni da 9 persone in media che hanno segnato il Natale ed il Capodanno nel 2019 secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. Le feste di fine anno fanno registrare tradizionalmente il massimo di domanda di spumanti e vino italiani ma a pesare nel 2020 oltre al lockdown per ristoranti e locali pubblici sono soprattutto il divieto alle feste private e ai tradizionali veglioni ma anche i limiti posti agli spostamenti, dal coprifuoco e l’invito a non ricevere in casa persone non conviventi. Il crollo delle spese di fine anno a tavola e sotto l’albero rischia così di dare il colpo di grazia ai consumi di vino degli italiani con quasi 4 cantine italiane su 10 (39%) che registrano un deciso calo dell’attività, con un pericoloso l’allarme liquidità che mette a rischio il futuro del vino italiano dal quale nascono opportunità di occupazione per 1,3 milioni di persone, dalla vigna al bicchiere, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ sugli effetti dell’emergenza Covid che ha tagliato i consumi fuori casa e colpito direttamente il settore».

Contagio e divieti

«Le previsioni sull’andamento del contagio preoccupano anche per i divieti posti alla gran parte degli eventi tradizionali che segnano la fine dell’anno a partire da sagre, feste paesane e mercatini natalizi che sono momenti importanti per l’acquisto di regali enogastronomici, come vino, liquori e spumanti. Ad essere danneggiata – sottolinea il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – è soprattutto la vendita di vini di alta qualità che trova un mercato privilegiato di sbocco in bar, alberghi e ristoranti. Un colpo pesante che si aggiunge a quello derivante da blocchi o limitazioni di altre attività che sono direttamente o indirettamente connesse al consumo di vino, come feste, matrimoni, convegni, congressi, fiere e spettacoli».

Nel 2020 «il vino italiano di qualità perde oltre il 40% delle vendite su questo canale di consumo».


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