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Processo Eternit-bis

I p.m.: Schmidheiny era consapevole dei danni dell'amianto e istruiva i dirigenti su come insabbiare

Aperta stamani la discussione con gli interventi dell'accusa e delle parti civili

Si è conclusa anche la seconda seduta, stamattina, dell'udienza preliminare del processo Eternit-bis al Tribunale di Vercelli. Con oggi si è aperta la fase di discussione con la parola ai pubblici ministeri e alle parti civili.

Gianfranco Colace ha ribadito l'assoluta consapevolezza di Stephan Schmidheiny: secondo il p.m., infatti, l'imputato era dettagliatamente informato sulle conseguenze dell'utilizzo dell'amianto. A riprova di ciò, Colace ha parlato di una sorta di "manuale" ad uso dei dirigenti su come rispondere ad eventuali dubbi e domande e una lettera del magnate svizzero nella quale si complimentava con il direttore di stabilimento sul proficuo uso che di quel manuale veniva fatto. Il pubblico ministero Francesco Alvino, invece, si è concentrato su aspetti più prettamente giuridici sostenendo che il dubbio sul capo di imputazione di Schmidheiny non sia tanto su omicidio doloso o colposo quanto piuttosto su dolo diretto o dolo eventuale.

Al termine delle requisitorie dell'accusa, sono intervenuti i legali di parte civile che si sono associati alla richiesta di rinvio a giudizio per omicidio volontario formulata dai p.m.

Si tornerà in aula lunedì con gli interventi dei difensori di Schmidheiny.


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