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Scenari di sviluppo con la riapertura della linea
Casale-Mortara: opportunità per investire sui treni merci
Possono essere utilizzate motrici bimodali o a gasolio

La riapertura della Casale -Mortara guarda a scenari di sviluppo per l’area vasta del Monferrato? Risposta difficile. Se viene valutata positivamente la ripresa dei collegamenti per i pendolari, non altrettanto si può dire, al momento, per il tessuto produttivo. Eppure quel binario unico potrebbe essere un passo in avanti perché, vista l’assenza di treni nel fine settimana (decisione che penalizza il potenziale turistico) sarebbe possibile inserire tracce per treni merci. Il fatto che la tratta non sia elettrificata non rappresenta un problema perché possono essere utilizzate locomotive bimodali (elettriche e diesel) o solo a gasolio. Se il sistema delle imprese capisse che il ferro può essere conveniente (a determinate condizioni), allora gli operatori ferroviari potrebbero ben farsi vivi.
Investiti otto milioni da Rfi
La prima a credere a questa opportunità è stata Rfi (Rete ferroviaria italiana) che ha investito oltre otto milioni di euro per il ripristino della linea. E lo ha fatto grazie al Protocollo di intesa per la riapertura della Casale – Mortara firmato nel 2018 da Regione Piemonte, Agenzia Mobilità Piemontese, Provincia di Alessandria, Provincia di Pavia, Regione Lombardia, tutti i Comuni coinvolti e le associazioni promotrici (l’atto amministrativo considerava anche la Casale - Vercelli, per la quale invece le cose sono andate diversamente). Al documento si era arrivati dopo un lungo e articolato dibattito nelle province di Alessandria, Pavia e Vercelli. «Nel 2017 - ricorda Angelo Marinoni, ingegnere industriale e gestionale, tecnico dei trasporti, consulente della Fondazione Slala - l’Associazione Ferrovie Piemontesi, Casale Bene Comune, Legambiente Casale, Fiab Casale, Pendolari Upo, Comune di Candia Lomellina hanno iniziato un percorso con il Comune di Casale Monferrato per lanciare l’istanza di ripristino delle ferrovie Casale Monferrato – Mortara e Casale Monferrato – Vercelli». Successivamente viene presentata una istanza, basata su un documento tecnico, alla Regione Piemonte e all’Agenzia per la Mobilità Piemontese, che raccoglie adesioni anche nel mondo della scuola e nella società civile, oltre a buona parte delle amministrazioni locali. Non mancherà una raccolta firme (circa diecimila in poche settimane) e una manifestazione a Casale con cinquemila partecipanti con in testa tutti i sindaci in fascia tricolore.
Il Polo logistico di Mortara
L’altro elemento da considerare è il Polo logistico di Mortara che occupa una superficie di circa settecentomila metri quadrati e che integra la logistica con servizi per il trasporto, lo stoccaggio e la movimentazione delle merci. Un collegamento diretto con l’interporto non è al momento previsto, però, a giudizio degli esperti, le condizioni ferroviarie ci sono. Il collegamento su rotaia è poi al servizio di un’area enorme, che passa per il Monferrato e Alessandria, arriva ad Asti e può scendere fino al cuore delle Langhe. Quel distretto di fatto del vino per il quale il ferro potrebbe rappresentare, per esempio, un’alternativa valida sulle medie e lunghe distanze, agevolato anche dalla formazione di convogli merci al totale servizio del mondo dell’enologia. Una opportunità concreta, non solo una teoria. Come ha dimostrato Acqua Sant’Anna con l’avvio del treno settimanale che permetterà di movimentare fino a 380.000 tonnellate all’anno di acqua. Il trasporto utilizza carri chiusi a pareti scorrevoli e collega lo Scalo di Cuneo al Terminal di Treviso. Se invece di un unico utilizzatore, vi fosse un raggruppamento di imprese il servizio di trasporto diventerebbe appetibile, considerando che il passaggio per Mortara consente di raggiungere i nodi di Novara e altre destinazioni. Il mondo delle imprese cosa pensa della possibilità?
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