Cambia l’informazione e cambiano i lettori: l’analisi di Sinigaglia
di Chiara Cane
Quattro studenti su cento leggono un quotidiano, uno ascolta il radiogiornale, nessuno legge un settimanale, ma l’80% di loro, però, legge un quotidiano almeno due volte la settimana e segue il tg quasi ogni giorno, mentre tutti navigano su internet. Questo quadro statistico relativo ai giovani e all’informazione preso su un campione di studenti agli ultimi due anni di liceo, così com’è emerso in occasione dell’incontro avvenuto martedì con il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte Alberto Sinigaglia in visita all’Istituto Sobrero di Casale.
Alla crisi del giornalismo, segue a stretto giro quella dell’informazione, in particolar modo nelle nuove generazioni. Quali le motivazioni? Secondo il relatore è una questione di noia generale tra i lettori rispetto alle notizie, ma anche dell’inaffidabilità delle informazioni che spesso si propongono. Inoltre, troppe volte, per ragioni economiche dettate dall’editoria, vengono meno le condizioni e le garanzie di qualità per un buon giornale. «La chiave per molti editori è risparmiare» ricorrendo a collaborazioni che pagano poco. Tuttavia, la motivazione principale, dipenderebbe dalla rete che, molto più velocemente ed economicamente, consente di avere informazioni di qualsiasi tipo ed in tempo reale.
La rete può dunque costituire una minaccia per il giornale? È stato chiesto. «Il giornale sopravviverà - ha precisato il presidente - ma dovrà venire riconsiderato con notizie di commento e di approfondimento. La rete, dal suo canto, rappresenta uno strumento molto potente di informazione, ma anche di disinformazione; il problema maggiore è “il molto male” che vi gira dentro». Ma come distinguere una buona notizia da un’altra? Come riconoscere quella più autorevole? «Abbiate sempre la pazienza e la prontezza di verificare e confrontare le notizie con altre fonti» ha raccomandato Sinigaglia.
Mai affidarsi alla prima lettura, ma cercarne altre. Un altro strumento può anche essere la scelta di “penne” veramente libere e indipendenti che, fortunatamente, esistono ancora, figlie del giornalismo onestissimo impostato da Alberto Frassati (padre del beato Piergiorgio) e seguito da firme autorevoli come quella di Enzo Biagi tra gli altri. E la libertà di stampa esiste veramente? «Esiste perché garantita dalla legge e dalla costituzione. La politica tuttavia, alle volte, la limita, così come gli interessi economici e di controllo collegati. Concludendo, alla domanda che cos’è l’informazione, il presidente dell’Ordine ha risposto: “è tutto. È utilità sociale».