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Amministrazioni

L'11 novembre Lu e Cuccaro al voto per decidere la fusione tra i Comuni

Il referendum consultivo indetto dalla Regione Piemonte

Deciso: si terrà l’11 novembre prossimo il referendum consultivo indetto dalla Regione Piemonte sulla fusione tra i Comuni di Lu e di Cuccaro Monferrato.  Tutti i cittadini residenti dei due comuni saranno, dunque, chiamati ad esprimere la loro opinione sul progetto di fusione votando sì, qualora favorevoli, e no, qualora contrari. I seggi saranno allestiti per i cittadini di Lu, presso il municipio in via Colli 5, e per i cittadini di Cuccaro Monferrato, presso il municipio in via Roma 86.

«La proposta di fusione e creazione del nuovo comune di “Lu e Cuccaro Monferrato” – spiegano dai due comuni monferrini – nasce dalla proposta dei sindaci Michele F. Fontefrancesco e Fabio Bellinaso, approvata dai due consigli comunali, all’unanimità nel caso luese, per dare una concreta risposta positiva alla vita delle due comunità. Come già evidenziato in molte occasioni, infatti, oggi i piccoli comuni italiani vivono in un quadro generale che vede ogni anno sempre maggiori tagli trasferimenti nazionali e regionali, l’esclusione bandi nazionali e europei, l’impossibilità di fare sostanziali investimenti, blocco delle assunzioni, e una fondamentale incertezza normativa circa gli obblighi e le effettive possibilità di futuro e autonomia amministrativa. Questo è un quadro di insostenibilità che sta già incidendo nella vita dei due comuni presentando tante difficoltà quotidiani che attraverso una fusione possono essere superate positivamente. Infatti,  la fusione offre garanzie per i cittadini senza impattare sulla loro vita, a dispetto delle possibili paure». In particolare la fusione garantisce l’accesso a contributi straordinari calcolati in 160.000 euro da parte della Regione e stimati nell’ordine dei 3.000.000 da parte dello stato, oltre che economie di scala reali di almeno 100.000 euro annui. Oltre a questo il nuovo comune avrà accesso a bandi speciali e priorità nei bandi per contributi regionali e nazionali, nonché potrà usufruire dello sblocco delle assunzioni del personale e una positiva integrazione del personale offrendo un servizio da subito più efficiente.

A differenza di quanto vissuto da altri comuni e progetti di fusione, Lu e Cuccaro Monferrato condividono già oggi tutti i servizi principali (raccolta rifiuti, acqua, gas, sanità, sociale), e condividono una comune progettazione urbanistica legata al piano regolatore e alla comune appartenenza alla zona UNESCO del Monferrato casalese.

In tal senso, la fusione rappresenta una naturale continuazione di un percorso intrapreso nell’ultimo mezzo secolo, che ha visto i due comuni sempre assieme nella progettazione e nella risposta ai bisogni dei cittadini»

Con la fusione in progetto, dunque, le due macchine amministrative verrebbero a fondersi, mantenendo ciascuna la propria identità: uffici comunali, negozi, studi dei medici, uffici postali. Due località all’interno dello stesso comune, con le loro strade, i loro negozi, la loro comunità. In caso di voto favorevole da parte dei cittadini, i due consigli comunali verrebbero sciolti il 31 dicembre 2018 e, fino al 26 maggio 2019, il nuovo comune “Lu e Cuccaro Monferrato” verrebbe governato da un commissario indicato dalla Prefettura, supportato dai due (a quel punto “ex”) sindaci. Il 26 maggio si svolgerebbero le elezioni amministrative per eleggere il nuovo sindaco e il nuovo consiglio comunale.

«Di fronte ad un cambiamento la paura è legittima - commenta il sindaco di Lu, Michele F. Fontefrancesco - ma non dobbiamo essere ostaggio delle paure. Tutti noi sappiamo la difficoltà che oggi viviamo, penso alla manutenzione delle strade, all’erogazione di servizi come lo scuolabus, alla pressione fiscale alta. La fusione offre l’unico strumento vincente per dare una risposta seria a queste difficoltà. Non volersi fondere vuol dire essere certi che i problemi di oggi diverranno ancora più forti domani. Vuol dire voler male a sé stessi ed ad ognuna delle famiglie di Lu e di Cuccaro Monferrato perché gli si toglie delle possibilità offrendo loro solo preoccupazioni. Dato che noi vogliamo bene alle nostre comunità credo veramente che ci sia un’unica strada per stare tutti meglio; la strada che parte da un SI al referendum».


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