Ha avuto grande successo di pubblico sabato 16 giugno la seconda edizione di “Casale beat sessanta” il festival che ha fatto riunire alcuni complessi musicali degli anni sessanta.
Sul palco in piazza Mazzini gli “Scoiattoli”, “The Boots”, i “Satelliti”, gli “Sparrow” si sono alternati ai solisti Vic d’Aura, (Vittorio Crevola), Attila (Roberto Anselmo di Guazzolo), Ivano Ravasino, ex voce degli Spleeping, di Vercelli e Lino Rizzo, del Tao Te Group.
Quest’ultimo cantante giunto a Casale mercoledì 13 giugno da Phuket città della Thailandia in cui vive da vent’anni svolgendovi la professione di musicista è stato reclutato e inserito in extremis nella programmazione del festival e non era quindi inizialmente stato segnalato tra i partecipanti.
Il festival è iniziato e finito con due canzoni dei Beatles, “Imagine” e “Hey Jude” e non poteva essere che così visto che il termine “beat” (da to beat, battere) è contenuto nello stesso nome dello storico gruppo che ha dato il via al genere.
Direttori artistici della kermesse casalese sono stati il chitarrista e cantante Gegio Oliaro e il bassista Bambi che si sono spesi senza risparmiarsi nell’accompagnamento dei solisti e nell’esecuzione dei brani. Insieme a loro Paolo Scarrone, tastiere e Angelo Bellomi, batteria hanno costituito l’orchestra “Casale beat sessanta” a cui si sono aggiunti in talune occasioni Tito Massimello, sax tenore e flauto, Massimiliano Limonetti, sax tenore e clarinetto e Matilde Guala, violoncello.
Proposte canzoni mitiche
È stato un concerto di elevato livello musicale che ha coinvolto gli spettatori ormai non più solo con “il cuore” come aveva raccomandato inizialmente Oliaro ma anche con l’orecchio.
Sono state cantate canzoni mitiche tra le quali “When a man loves a women” di Percy Sledge, “Quando vedrai la mia ragazza” di Little Tony, “Have you ever seen the rain” dei Credence Clerawater Revival, “Yesterday” dei Beatles e altre canzoni dei Nomadi, dei Dik Dik, dei Camaleonti.
Vale la pena di segnalare tra le varie performance tutte meritatamente applaudite quella di Roberto Anselmo “Attila” per il quale “I miei giorni felici” di Santino Rocchetti ha significato un ritorno alla canzone dopo molto tempo e un grave incidente alla carotide. Per lui alle tastiere Gianfranco Raffaldi.
Il saluto degli organizzatori
La manifestazione è stata legittimata per tutta la sua durata dalla presenza del sindaco Giorgio Demezzi, seduto in prima fila con la moglie Enrica. A metà concerto il primo cittadino ha portato i saluti di Casale ai “beat” degli anni sessanta e sul finale è salito sul palco a intonare “Hey Jude” con tutti i musicisti.
A lui, all’assessore al Turismo e Manifestazioni Augusto Pizzamiglio, alla responsabile dell’Ufficio competente della manifestazione Laura Gallea, al Monferrato che “come sempre ha cavalcato il beat” e al grafico (e chitarrista dei Boots) Dodo Bersano che ha curato il disegno della locandina vanno i doverosi ringraziamenti degli organizzatori. Ai quali l’Assessorato che ha interamente finanziato la manifestazione sente il bisogno di manifestare riconoscenza e apprezzamento.