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Inaugurazione
La piazza di Valle e l’aiuola narrativa dedicate a don Ferrando
La cerimonia con il vescovo
“Oggi è un giorno di memoria e di gratitudine. La comunità si ritrova per dare un nome a questa piazza, quello di don Giuseppe Ferrando, il quale, in quasi 60 anni di ministero parrocchiale, si è consegnato alla sua gente, diventando famiglia, riferimento, guida e padre per generazioni”. Così, ha esordito monsignor Gianni Sacchi nella Liturigia della Parola presieduta sabato 29 novembre a Cerrina Monferrato, in occasione del 17mo dalla morte di don Ferrando, con intitolazione della piazza di Valle e inaugurazione dell’aiuola narrativa a lui dedicata.
“Un parroco, il cui ministero sacerdotale e sacramentale si è esteso alla vastità di opere e missioni; è stato: educatore, giornalista, amante della musica, promotore dello sport e sostenitore dei più fragili. Aveva compreso che il Vangelo non si annuncia solamente dall’altare, ma si vive anche nella scuola, nelle palestre, nelle piazze, sui giornali e, soprattutto, nell’incontro con le persone. Don Giuseppe è stato capace di riconoscere i talenti di ciascuno, di incoraggiare, sostenere di formare una comunità viva, unita e intraprendente. Concludo auspicando: che i bambini imparino chi è stato questo sacerdote; che i giovani trovino ispirazione nella sua inventiva e nel suo coraggio; che gli adulti conoscano la forza per costruire la comunità; che gli anziani comprendano che nulla è perduto finchè c’è amore per la propria terra e la sua gente. Tutti insieme, camminando uniti e servendo la comunità come faceva lui”.
“Con innata lungimiranza, don Ferrando ha saputo buttare lo sguardo oltre l’ostacolo aprendosi a grandi intuizioni e superando le sfide più improbabili. Sacrifcio, onestà, vivacità intellegguale, altruismo e dedizione, ma anche schiettezza e ironia animavano la sua grande fede, in un carosello di vibranti virtuosismi e di sconfinata bellezza” ha proseguito Andrea Mezzano che, con il padre Gianni e la famiglia, ha proposto l’intitolazione della piazza alla parrocchia e al Comune, per poi realizzare a proprie spese l’aiuola, le targhe e la sistemazione del contesto.
“Don Ferrando è stato un prete di campagna: solido, roccioso, appassionato e di grandi virtù cristiane, che ha amato profondamente questo paese, spendendosi senza sosta per migliorarlo” ha aggiunto il sindaco Marco Cornaglia.
“Ho avuto la fortuna di vivere con lui gli ultimi intensi 4 anni della sua vita” ha ricordato il vicario generale don Desiré Azogou. “Quel 28 novembre di 17 anni fa, fu palese la sensazione di essere diventati orfani di un padre eccezionale di fede e di azione, che lasciava un vuoto spaventoso. Grande è la gioia per questa piazza a lui giustamente intitolata; a colui che ha dato l’anima per Cerrina”. “Avevo 26 anni quando monsignor Angrisani decise di mandarmi a fare il vice parroco a Cerrina per dare una mano a don Ferrando, - perché non ne può più: ne inventa di tutti i colori -. E’ stato per me un altro padre da cui ho imparato molto” ha apprezzato don Luigi Calvo.
“La nostra famiglia ringrazia tutti i cerrinesi per aver sempre condiviso e sostenuto lo zio nelle sue vulcaniche idee e iniziative. Voi siete stati la sua Grande Famiglia” hanno apprezzato le nipoti Chiara, Giovanna e Paola, mentre il parroco don Claudy’s ha sottolineato l’importanza di celebrare “tutto ciò che è bello e positivo”.
Le opere, in parte scontate e in parte offerte, sono state realizzate da: Gianluca e Bruno Fabrini, Franco Fabbrini, Luigi Francia, Godino, Andrea Gazzi, F.lli Villata, F.lli Cielo, F.lli Amerio e Manuela Laurella. Il progetto, con i testi e l’istruttora sono stati curati da Chiara Cane e da Andrea Mezzano. Tra i presenti: don Davide Mussone, don Francesco Garis, numerosi sindaci, Carla Rondano e le associazioni locali con i gagliardetti.
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