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  • 09 agosto 2025
  • Casale Monferrato

Open House

Gabanon: un ostello tra storia del cemento e idee contemporanee

La nuova struttura aprirà a metà del mese di agosto

Presentazione. Rendering della riqualificazione e rigenerazione dell’area, illustrato da Margherita Buzzi

Giovedì scorso si è svolta l’Open House del Gabanon – Monferrato Urban Camp, il nuovo progetto che ha trasformato l’ex area industriale della Cementi Alta Italia in un polo multifunzionale dedicato all’ospitalità, allo sport e alla scoperta del territorio. La visita guidata ha offerto l’occasione per conoscere da vicino la struttura, che aveva già dato un primo segnale della sua rinascita con l’apertura dei campi da padel lo scorso anno.

Gabanon si presenta come un laboratorio urbano dove l’archeologia industriale incontra il design, la convivialità, la storia e il paesaggio. Un luogo dove ogni dettaglio è curato, con servizi di qualità pensati per accogliere viaggiatori contemporanei. 

Durante la preview, i partecipanti hanno potuto visitare le camere, conoscere il team e approfondire la visione che ha guidato il progetto: creare uno spazio aperto, dinamico e inclusivo, capace di coniugare comfort e condivisione.

A condurre la visita è stata Margherita Buzzi, designer e curatrice degli interni. Gli arredi—volutamente essenziali—valorizzano gli spazi: letti, complementi e lampade realizzati su disegno, una rete per il relax nella zona comune. 

I materiali—nella loro autenticità—sono protagonisti: calcestruzzo (pavimenti, cucina, scale), clinker (rivestimenti dei bagni), legno (pavimenti e complementi arredo), ferro (scale, strutture dei letti e altro). 

Anche la scelta dei colori non è casuale: il bianco alle pareti e il rosso-marrone (di ispirazione pompeiana e allo stesso tempo industriale) utilizzato per le strutture dei letti e delle scale in ferro, si accompagnano ai toni naturali del mattone e della pietra da cantone, che in alcuni punti sono stati lasciati a vista. Alle pareti campeggiano poster con testi di canzoni italiane, insieme a una collezione di stampe di amici designer e fotografie d’autore—tra cui alcuni scatti dell’ing. Sandro Buzzi—e un sacco di cemento a memoria del passato industriale. Il verde abbraccia l’edificio da ogni lato: a sud la vista spazia dalle pendici della collina al nuovo giardino interno con più di 50 nuovi alberi, a nord le finestre si affacciano sul parco Eternot. 

«L’idea è nata dal desiderio di dare nuova vita a un’ex area industriale, legata alla storia del cemento in Monferrato, attraverso un intervento attento alla memoria ma orientato all’innovazione. L’ostello – interpretato in chiave attuale – è lo strumento scelto per restituire vitalità a questo spazio, aprendolo alla comunità e a un ampio pubblico di sportivi, viaggiatori, studenti e professionisti in movimento. Particolare rilievo in fase di progettazione è stato dato al tema dell’accessibilità e alla riduzione delle barriere architettoniche. Il progetto è stato sviluppato da un team interdisciplinare con competenze in architettura, ingegneria, paesaggio e design. Ogni elemento – dagli spazi esterni alla configurazione delle stanze – è stato studiato per garantire ambienti accoglienti, funzionali e confortevoli. L’estetica industriale originaria convive armoniosamente con materiali naturali, arredi su misura e soluzioni smart, in linea con le nuove forme dell’ospitalità», ha raccontato Margherita Buzzi durante la visita.

Accanto a Margherita, nel ruolo di gestori per l’ostello e le attività sportive, ci sono le sorelle Laura e Luisa Buzzi con il marito Tomasz Krezel. 

In attesa dell’apertura del bar-bistrot, è già attiva l’officina per biciclette a supporto dei cicloturisti e di Gabanon Rides, un servizio di tour in e-bike alla scoperta del Monferrato. 

«La nuova generazione della famiglia Buzzi è parte attiva del progetto, con la volontà di valorizzare la memoria industriale trasformandola in risorsa. Il passato non viene rimosso, ma reinterpretato con funzioni e linguaggi contemporanei. Cemento, fabbrica, identità produttiva si integrano con il presente, contribuendo a raccontare una nuova storia fatta di comunità e accoglienza», ha proseguito la designer di “casa” al Gabanon.

Il riscontro della serata è stato molto positivo: Gabanon Hostel ha suscitato entusiasmo per la sua modernità e accoglienza. Lo scheletro del capannone industriale resta a testimonianza del passato, ma oggi osserva la rinascita di un’area rigenerata e restituita alla comunità. 

Prenotazioni aperte da metà agosto: «Dopo l’avvio dell’ospitalità, seguiranno l’apertura del bar-bistrot, l’attivazione di eventi e collaborazioni culturali, e il rafforzamento della rete di servizi outdoor per un’esplorazione attiva e sostenibile del territorio. Gabanon vuole diventare un punto di riferimento stabile: non solo un ostello, ma uno spazio aperto a idee, relazioni e iniziative condivise».


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Maura Foltran

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