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  • 15 marzo 2023
  • Grazzano Badoglio

Kermesse

«Questo è il momento del Monferrato e del Grignolino!»

Il "Nobile Ribelle" a Grazzano Badoglio

«Questo è il momento del Monferrato e del Grignolino!». Così, ha esordito con triplo esclamativo, sabato 11 marzo, il giornalista, scrittore ed enogastronomo Paolo Massobrio, in occasione della Masterclass “Vino-Cibo-Territorio. I sapori e gli areali di produzione enoica del Grignolino del Monferrato Casalese”, presentata in apertura della seconda edizione de: “Grignolino, il Nobile Ribelle” a Grazzano Badoglio.

Un grande evento interamente dedicato ad un altrettanto grande vino di carattere, nobiltà e, anche, versatilità, che sa essere fedele a se stesso per esprimere, senza compromessi, i tanti volti dei variegati areali di produzione del Monferrato.

Con la suprema regia di Ais Asti e Casale Monferrato e con la collaborazione del Consorzio di tutela vini Colline del Monferrato Casalese e dell’Associazione Monferace, nonché col sostegno del Consorzio Gran Monferrato, la seconda edizione del Nobile e Ribelle ha ampiamento superato la già fortunata prima edizione, in termini di etichette e cantine partecipanti, di visitatori, di giornate, di risonanza mediatica e, anche, di soddisfazione.

La masterclass

Sotto la somma guida del papillon più famoso d’Italia qual è Massobrio, sabato pomeriggio, ha così preso il via la lunga passarella di Grignolini del Monferrato Casalese doc e Monferace: 14 etichette tra il 2016 e il 2021, tutte uniche e mai scontate, autentiche e schiette, sontuose e dialogiche.

Si è partiti con un 2021 di Arturo Cosseta (Alfiano Natta – 5mila bottiglie di Grignolino imbottigliato/2022), Mauro Rei (Sala Monferrato – 3-4mila), Beccaria Vini (Ozzano Monferrato – 4mila/2022), Cinque Quinti (Cella Monte – 8mila/2022 di cui 2mila Monferace), Hic et Nunc (Vignale Monferrato – 10mila/2022) e Cantina di San Giorgio (San Giorgio Monferrato – 30mila/2022), rispettivamente descritti: “difficile da addomesticare, piuttosto che, controverso ma interessante e, poi ancora, sontuoso, di bella intensità con pregnanza fruttata e con note ematiche/vino contadino della storia e della memoria”.

A seguire, l’annata 2020 di Cascina Allegra (Ottiglio Monferrato – 500/2022) e di Cascina Faletta (Casale Monferrato – 2mila imb/2022) con un 2018 di Canato Vini (Vignale Monferrato – 3500/2022) che ha chiuso la seconda batteria. Nella sequenza, “possiamo apprezzare: un vino contadino, testa balorda, rustico e anarchico; un Grignolino a regola d’arte, equilibrato e bello; un vino rotondo, morbido e con note di malto”.

In chiusura, cinque Monferace 100% Grignolino: Monteferrato Liedholm 2018 (Cuccaro – 50mila di cui 1700 Monferace), Tenuta La Tenaglia 2018 (Serralunga di Crea – 7mila di cui mille Monferace), Alemat 2017 (Ponzano Monferrato – 4-5mila imb/2022 di cui 2mila Monferace), Accornero 2017 (Vignale Monferrato – 24mila di cui 3600 Monferace) e Sulin 2016 (Grazzano Badoglio – 7mila di cui 1300 Monferace). Anche, per loro, un giudizio autorevole, puntuale e alto, così, nella sequenza: “pregnante, di persistenza con piccole declinazioni balsamiche e con una bella spalla acida; fine, molto elegante e sontuoso dal corpo fresco; ricco, invitante e setoso; equilibrio placido del vino del Monferrato; speziatura profondissima, con note di grafite, sontuoso, elegante, setoso e con tannini ancora percepiti, per un’annata benedetta”.

E se per il Monferace,“vino che si fa pagare e si beve molto all’estero”, occorre aspettare, quello tradizionale è sempre più richiesto con molti produttori che lo finiscono presto e altri costretti a decidere se soddisfare le richieste o destinarlo all’invecchiamento. Nel 2022 l’imbottigliato è salito a 435mila bottiglie circa, contro le 409mila del 2021, registrando quasi un 7% di incremento. Tra le versioni emergenti dell’anarchico, anche il Metodo Classico e il Metodo Martinotti.

L’enologo

Questo, il commento dell’enologo Mario Ronco: “il Grignolino dà grandissime soddisfazioni, ma va trattato con grande cura. I nostri produttori hanno saputo recuperare quella particolare attenzione in vigna, precedentemente calpestata dalla meccanizzazione, per dare il meglio. Grazie al loro grande lavoro, il Grignolino è tornato a svelarsi appieno e, per questo, oggi, lo si produce di più perché è più bevuto. La richiesta, anche dall’estero, è in costante aumento. Nel Grignolino vedo, dunque, un futuro radioso; ha tutte le carte in regola per competere sul mercato e per riscattare le glorie del passato”. 

Rispetto alla “follia del Monferace”, Ronco ha poi aggiunto: “non è una cosa nuova; siamo semplicemente andati a riscoprire le radici per lavorare nel futuro. Già nell’Ottocento, alle esposizioni universali di Vienna e Parigi si portavano vini affinati e invecchiati di 7/10 anni; lo stesso è valso per il Grignolino. Certamente, occorre provvedere ad una cernita delle uve migliori, con macerazione più lunga e attenzioni diverse in cantina: inizialmente si otterrà un Grignolino più ruvido che, col tempo e col legno che scompare, potrà esprimersi al meglio. Il Grignolino è un vitigno che sa trasferire al meglio i rispettivi terroir”.In accompagnamento: muletta e cotto Miglietta e Riso offerto dalla Riseria Vignola di Balzola.

L’evento è stato organizzato nell’ambito delle Azioni del PSR 3.2.1 2014-2022 Bando B 2022.


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