Un commissario della procedura dice no agli anticipi di cassa per la IAR. E qualcuno si chiede: "Lui quanto guadagna?"
di Massimiliano Francia
«No» all'anticipo della cassa integrazione da parte di uno dei tre commissari ministeriali nominati per governare la procedura della IAR, il manager Giovanni Morzenti, 66 anni, torinese, amministratore delegato della Sobergas di Bergamo.
La notizia - che fino a poche ore fa era data come dubbia - è stata confermata giovedì dal sindacalista Mirko Oliaro, Fiom-Cgil, che definisce senza mezzi termini la situazione «indecente» e avverte che se lunedì non si sbloccherà ci saranno proteste rumorose.
Nessuno conosce le motivazioni della decisione del commissario, e neppure dall'avvocato della procedura di amministrazione controllata i sindacati hanno potuto ottenere una spiegazione plausibile.
«Se entro lunedì non ci sono risposte Fim-Fiom e Ulim nazionali chiederanno al ministero dello Sviluppo economico di convocare urgentemente un incontro con i commissari», dice Oliaro.
«Alla procedura l'anticipo della cassa integrazione non costa nulla, c'è il sì politico e tecnico della Provincia di Alessandria e una procedura semplificata rispetto a quella della Siltal, che invece ha dovuto offrire maggiori garanzie».
Teoricamente dunque i lavoratori restati in carico alla IAR avrebbero dovuto ricevere gli anticipi per primi, e invece per loro è tutto bloccato.
«Persone che - evidenzia Oliaro - hanno scelto di rimanere alla Iar anche perché c'era la garanzia dell'anticipo».
Oliaro parla apertamente di «ostruzionismo» da parte di Morzenti che governa la procedura con Antonio Rizzi, 41 anni, professore associato all'Università Statale di Firenze, Dipartimento di Diritto Privato e Processuale, di Silvano Montaldo, commercialista ligure di 49 anni con studio ad Alassio.
La vicenda riguarda circa 350 persone che hanno percepito il 10 settembre lo stipendio di agosto e che rischiano ora di restare completamente senza risorse per almeno un paio di mesi - dice Oliaro - fino a quando non arriveranno gli assegni direttamente dall'Inail.
«Stiamo anche valutando - dice Oliaro - di andare a stanare questo commissario in Lombardia con i pullman. Vedremo, se lunedì la faccenda non si risolve ci attiveremo anche nei confronti dei commissari».
Ma c'è anche chi - tra i lavoratori - chiede a questo punto di fare chiarezza (rendendoli pubblici) sugli emolumenti destinati ai commissari ministeriali, così come sui criteri di conteggio dei loro onorari, per valutare se e come ci sia un rapporto tra quanto percepiscono per la procedura e il numero di atti che si rendono necessari.
Intanto per la Siltal i soldi - 300mila euro - sono stati stanziati, ma a causa di difficoltà informatiche l'azienda non sarebbe in grado di erogare per il momento le indennità. Un'altra vicenda che non fa che accrescere una situazione già tesa.
Lunedì gli informatici saranno al lavoro per cercare di risolvere il problema.