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  • 01 marzo 2013
  • Casale Monferrato

Razziarono 50 km di cavi: manette ai predoni del rame

Erano specializzati soprattutto nel furto di rame ma la loro attività criminale non disdegnava anche altra merce: auto, mezzi da lavoro, attrezzatura e materiali per l’edilizia, carburante, mobili. Una banda di “predatori” composta da dieci rumeni, quasi tutti di etnia rom, arrestati dalla Polizia Ferroviaria nel corso di un’operazione congiunta- ribattezzata “Copper Raiders” - che ha visto la partecipazione di quaranta poliziotti, tra i quali gli agenti della Polfer di Casale coordinati dalla sovrintendente Rita Perin. Al termine di una complessa e prolungata attività di indagine - coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Casale Roberta Brera e condotta con il supporto di intercettazioni telefoniche, pedinamenti e appostamenti - è stata identificata l’organizzazione criminale dedita al furto di rame ai danni, in particolare, delle Ferrovie dello Stato e di aziende private di tutto il Nord Italia, i cui componenti vivevano per la maggior parte in campi nomadi della Lombardia, nella zone di Milano, Monza e Bergamo, ma anche - come ad esempio il ricettatore - in alloggi del capoluogo lombardo. Dieci mandati di arresto spiccati dalla Procura L’attività investigativa ha portato alla richiesta da parte della dott. Brera, di 10 ordinanze di custodia cautelare in carcere che il gip Patrizia Baici ha firmato. Il blitz dei poliziotti è scattato nella serata del 6 febbraio scorso e si è conclusa nel tardo pomeriggio del giorno successivo con la cattura di otto dei dieci componenti l’organizzazione. Un’azione simultanea alla quale hanno preso parte, oltre ai poliziotti casalesi, i colleghi delle sezioni di p.g. dei Compartimenti regionali di Torino e di Milano che hanno operato in abiti civili e in divisa. In manette sono finiti: Felix Rugu, 24 anni; Gheoghe Bonciu, 37 anni; Gheorghe Irinel Dinu, 20 anni; Ionut Gherasie, 23 anni; Doru Slataru, 39 anni; Marius Eugen Vatafu, 24 anni; Adrian Neagu, 32 anni, il ricettatore; Rubin Ion Pacurar, 22 anni. Mircea Petcu, 28 anni, è stato catturato nella tarda serata del 7 febbraio dai Carabinieri della Compagnia di Vigevano mentre Adrian Sorin Mugurel, 23 anni, è stato tratto in arresto la sera del 18 febbraio dai Carabinieri della stazione di Garbagnate Milanese. I primi sei del gruppo venivano individuati tutti insieme nella zona industriale di Piacenza, dove probabilmente stavano architettando un nuovo colpo e arrestati in blocco - dopo prolungati appostamenti - a Pieve Emanuele, cittadina lombarda sulla “Vigentina”, tra Pavia e Milano. Le accuse sono di concorso in furto aggravato e ricettazione. Tutti, ad eccezione di Neagu e Pacurar, devono rispondere anche di associazione a delinquere. Indagine partita da Casale L’indagine era partita proprio da Casale in seguito a un grosso furto di rame - per un valore di circa 100mila euro - messo a segno nel novembre di due anni fa nel deposito dello scalo ferroviario. I ladri avevano “lavorato” un paio di notti durante un fine settimana asportando circa cinquanta chilometri di cavi inguainati e avvolti in un’ottantina di bobine nuove, ancora imballate. La comandante della Polfer di Casale e i suoi collaboratori avevano avviato le ricerche lavorando su reperti raccolti sul posto. I malviventi erano arrivati sul posto a bordo di alcuni veicoli - a quanto pare un furgone e un autocarro - rubati dalla sede di un’impresa edile di Nerviano, nel Milanese, che i poliziotti avevano individuato rovistando tra il materiale che i ladri avevano scaricato dal camion usato per asportare le bobine di rame: erano risaliti alla ditta tramite un indirizzo di posta elettronica stampato su una ricevuta. Nel frattempo la dott. Brera aveva notato un’analogia nel modus operandi tra il colpo alla stazione di Casale e il furto nella ditta “Tassullo”, ex cementificio Rossi di Ozzano, dalla quale, qualche tempo prima, erano stati trafugati cavi di rame per un valore di 20mila euro. Ventuno colpi messi a segno All’organizzazione criminale sono stati attribuiti 21 colpi eseguiti tra giugno 2011 e febbraio di quest’anno, alcuni dei quali clamorosi. Tra febbraio e marzo dello scorso anno, ad esempio, erano stati trafugati una ventina di chilometri di cordoni del prezioso metallo da campi agro voltaici nella zona di Piacenza, mentre tra maggio e giugno altri 26 chilometri di cavi erano stati asportati dalla linea ferroviaria Milano-Venezia. In quest’ultimo caso erano state prelevate in prevalenza le scaldiglie degli scambi ferroviari, che vengono usate per mantenere in efficienza i deviatoi anche durante la stagione fredda: un danno che avrebbe potuto provocare il blocco di uno dei tratti ferroviari più trafficati del Nord Italia. Non solo rame: la banda rubava un po’ di tutto Il gruppo era particolarmente organizzato, studiava i colpi con accuratezza, effettuando sopralluoghi nei giorni precedenti e si presentava con attrezzatura e automezzi adatti al trasporto, magari rubati qualche ora prima. Oltre al rame, i rumeni rubavano un po’ di tutto: automobili di lusso (spesso su commissione), parti di esse, gasolio nelle aziende agricole, mobili: alcuni furti sono stati commessi addirittura su vetture sequestrate e custodite nei depositi giudiziari di Milano. Secondo gli inquirenti la banda si è resa responsabile anche di azioni predatorie ai danni di mobilifici, cascine, da cui asportavano ingenti quantitativi di gasolio, in parte destinato al loro fabbisogno e in parte venduto a ricettatori. Parte della refurtiva - in particolare materiali e attrezzatura per l’edilizia - la spedivano nel loro Paese: durante le indagini i poliziotti hanno sequestrato una partita di piastrelle in partenza per la Romania. Nell’organizzazione criminale i compiti erano ben suddivisi: ogni componente - che in genere veniva chiamato con un soprannome - aveva mansioni specifiche. Inoltre esisteva una forma di mutuo soccorso che garantiva l’assistenza legale in caso di necessità contribuendo a pagare le parcelle degli avvocati se qualcuno della banda fosse finito nei guai. Il grande lavoro di intelligence svolto dagli investigatori della Polizia Ferroviaria ha portato all’individuazione e all’arresto dei componenti della banda, attualmente tutti rinchiusi in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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