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Monferrato Classic Festival

"Maggiociondolo": un bilancio del direttore artistico Sabrina Lanzi

L'ultimo concerto con Anita Costa

Domenica 30 maggio l'esibizione della pianista monferrina Anita Costa

Quattro appuntamenti musicali a Cella Monte che hanno registrato, con largo anticipo, il tutto esaurito. Una chiara testimonianza di quanto desiderio ha avuto l'affezionato pubblico del MCF di ritornare a partecipare ai concerti dal vivo. Il pianoforte è stato il protagonista di questo mese di maggio, la ditta Clivio Pianoforti di Pescara ha fornito all associazione "Musica e Pensiero" uno splendido strumento che ha saputo mettere in luce le sapienti intenzioni musicali dei quattro giovani talenti che vi han suonato sopra.

"Ad un pianoforte non occorre solo l'accordatura,"- così dice il direttore artistico Sabrina Lanzi- " ha bisogno di innumerevoli attenzioni per quello che riguarda l'intonazione e la corsa del tasto. Credo di aver offerto a questi quattro pianisti uno strumento più che adeguato, molto spesso è anche lo strumento a fare la differenza sia per chi lo suona sia per chi lo ascolta!"

La kermesse "Maggiociondolo", ricollegata alla creatura fondata dall ormai scomparso sindaco Fiorella Coppo, si è quindi conclusa domenica 30 maggio con l'esibizione della pianista monferrina Anita Costa che ha regalato al pubblico intense emozioni con brani di Chopin, Albeniz, Liszt e Schubert. Brani molto differenti fra di loro ma congiunti dal filo di un romanticismo quasi patriottico e ricco di contrasti sonori ed emotivi. Il concerto, preludiato dai saluti del sindaco Maurizio Deevasis, si è aperto con il malinconico romanticismo polacco di F. Chopin, lo Scherzo n 1 in si minore e lo Scherzo nr 2 in si bemolle minore.

Differenti fra di loro, portano però gli ascoltatori ad un sensibile ripiegamento interiore nelle due parti centrali. Infatti, in entrambi le composizioni, il sentimento musicale del compositore polacco si stempera in sonorità e temi che pare giungano da lontano: incipit musicali ripetitivi attraversati da dolcezza infinita, come echi di un ricordo lontano ma sempre vivo. D'altra parte la musica di Chopin, scritta quasi esclusivamente per il pianoforte, è pervasa da quella sensazione di eternità e dall' anelito d infinito verso il "fiore azzurro" che è riferimento assoluto per i compositori romantici.

La Costa traduce con sensibilità quel linguaggio,alternando momenti di alto lirismo ad altri di focosi slanci appassionati. Un breve momento con la musica di Albeniz ci immerge invece nei caratteri musicali spagnoli, dove il ritmo e il decantato si fondono con magia creando una vera e propria alchimia dell' equilibrio. Chiude il concerto un quadretto musicale di F.Schubert, l'Improvviso in la bemolle maggiore.

Dopo una serie di brani dal carattere esplosivo, Anita Costa esegue questa ultima composizione riportando alla pura semplicità il linguaggio musicale fatto di poche note e pochi accordi. E pensare che Schubert, che compose nel periodo che fa da ponte tra il classico e il romantico, scrisse gli improvvisi preoccupandosi di non realizzare brani di grossa difficoltà tecnica. Eppure in queste rade linee di musica si nasconde un mondo interpretativo tra i più complessi e sconcertanti nel pianismo romantico, dove il pianista è impegnato in complicate scelte di sonorità e di pedalizzazioni meditate. Come bis, una fresca e brillante sonata di Scarlatti che strappa un'ovazione entusiasta del pubblico.


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Marco Imarisio

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