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  • 21 novembre 2025
  • Shanghai

L'appello

Università telematiche, il nuovo decreto rischia di escludere gli italiani all'estero

Sono un monferrino residente in Cina e attualmente iscritto a un’università telematica italiana. Scrivo per portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni una questione che rischia di compromettere il diritto allo studio di molti connazionali all’estero. 

Il Decreto Ministeriale n. 1835 del 6 dicembre 2024, firmato dalla Ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, introduce nuove regole per gli atenei telematici a partire dall’anno accademico 2025-2026.

Tra le varie disposizioni, una in particolare desta grande preoccupazione: la previsione che gli esami debbano essere sostenuti esclusivamente in presenza, salvo casi di disabilità o situazioni emergenziali, bloccando quindi la possibilità di sostenerli da remoto. Benché in alcuni paesi, ad esempio gli Stati Uniti, esista la possibilità di sostenere esami universitari presso le ambasciate e i consolati, questo diritto rimane più formale che sostanziale. 

A causa della cronica carenza di organico, infatti, queste istituzioni sono frequentemente costrette a rifiutare le richieste di esame. Sebbene si possano comprendere e condividere le finalità di garantire la qualità della didattica, l’applicazione indiscriminata di tale norma rischia di avere effetti fortemente penalizzanti per gli italiani residenti fuori dall’Italia.

Una parte significativa degli iscritti a queste università è infatti composta da italiani residenti all’estero o lavoratori con famiglie a carico, le cui svariate circostanze personali rendono la scelta di un ateneo telematico l’unica soluzione allo studio.

Se le interlocuzioni tra atenei e Ministero non si concretizzeranno in una proposta che mantenga lo status quo, per migliaia di iscritti potrebbe voler significare l’interruzione del percorso di studi, entrando in gioco distanze considerevoli, costi di viaggio proibitivi e differenze amministrative che renderebbero impossibile tornare in Italia solo per sostenere un esame.

Le università telematiche hanno svolto finora un ruolo cruciale nel mantenere un legame culturale e formativo tra l’Italia e le sue comunità nel mondo, garantendo al contempo la sperimentazione di nuove forme di didattica su cui bisognerebbe investire per potenziarie, non ridurne la portata. 

La richiesta, pertanto, non assume la forma di privilegio, ma verte sul mantenimento e il miglioramento di un modello consolidato che offre concrete opportunità di studio e che riconosca le difficoltà logistiche di chi ha scelto di vivere fuori dai confini nazionali senza per questo voler rinunciare al proprio percorso di studio e al legame con l’Italia.

 


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Lorena Balbo

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