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Le Iene all'attacco su scorie nucleari vicino ai pozzi dell'Acquedotto

Mercoledì sera, 30 marzo, nella puntata della popolare trasmissione televisiva di Italia Uno “Le Iene”, si è parlato del problema nucleare con riferimento ai depositi di scorie radioattive di Saluggia, definiti a ragione i più importanti d’Italia. Un servizio esaustivo che ha spiegato con efficacia il potenziale rischio che si sta correndo a poche centinaia di metri dall’Acquedotto del Monferrato e ha cercato, per la verità senza grande successo, di fare luce sulla contaminazione a un piccolo pozzo privato della zona avvenuta nel 2004 e resa nota marginalmente soltanto due anni dopo. Dal 1979, l’Avogadro - primo reattore nucleare italiano costruito a Saluggia vent’anni prima - è divenuto un deposito contenente tonnellate di rifiuti radioattivi e barre di uranio, utilizzate originariamente come combustibile per i reattori nucleari in tutta Italia. Parte di queste ultime, ne restano ancora 150, sono state sciolte per ottenere il prezioso plutonio (5 chilogrammi sono conservati nel deposito, potrebbero teoricamente servire per costruire armi atomiche) e da questo processo si sono prodotte scorie radioattive allo stato liquido ora conservate in un deposito adiacente all’Avogadro, chiamato Eurex. Tutto questo avviene nei pressi della Dora Baltea, non distante dal Po e degli argini del canale Cavour, oltre che a ridosso, come detto, dei pozzi dell’Acquedotto del Monferrato che fornisce acqua a 200 comuni di tre province diverse (Alessandria, Asti e Torino). Nel corso del servizio, sono stati intervistati da Matteo Viviani, Giampiero Godio (nella foto) di Legambiente, il sindaco di Saluggia Marco Pasteris, alcuni agricoltori locali, ma sono state anche citate le parole pronunciate nel 2003 in Parlamento dall’allora direttore del Sismi Nicolò Pollari. Quest’ultimo, poco dopo l’attentato alla Torri Gemelle, spiegò ai deputati i forti rischi che si correvano per l’impossibilità di difendersi realmente da un possibile attacco terroristico su siti come quello di Saluggia, citato ad esempio. Il sindaco Pasteris, ai microfoni di Italia Uno, è parso schietto e con lo sguardo proiettato al futuro: «Purtroppo siamo tristemente famosi per essere la pattumiera nucleare italiana, non soltanto per la prelibatezza dei nostri fagioli. Ci sono state alluvioni nel 1994 e soprattutto nel 2000 che potevano avere conseguenze tragiche, ma se escludiamo questi eventi naturali devo dire che tutta l’area è vigilata in modo efficace e sicuro. Si attende la costruzione del Cemex (nei giorni scorsi la Sogin ha pubblicato un nuovo bando su questo progetto n.d.r.) che servirebbe per solidificare le scorie liquide e renderle meno nocive, ma ci vorranno tanti anni, almeno quindici o venti per arrivare al completamento dell’opera. La vera risposta alla domanda di energia, a mio parere, è il fotovoltaico e, proprio per percorrere questa strada, nella nostra scuola stiamo togliendo le lastre in eternit per sostituirle con i pannelli solari». Un procedimento in verità ancora molto costoso, al di fuori della zona di Casale Monferrato e dell’ex USL 76.

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Enea Morotti

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